Come consuetudine per ogni mille Likes ecco su RIWmag una nuova intervista ai personaggi che animano il gruppo degli SBT che ormai supera quota 12000!
In questa doppia intervista due personaggi di spicco del windsurf nazionale: il lombado-sardo waver-freestyler Riccardo Genazzani ed il romagnolo slalomaro e formularo Davide Manfroni.
RIW: Ciao Riccardo, sei stato impegnato per molto tempo nel mondo del windsurf. Ma com’è e quando è nata questa tua passione per il windsurf e per il freestyle?
Riccardo Genazzani: Ho provato il mio primo windsurf durante una vacanza dopo il diploma nel 1978. Passavo da Grado (Go) insieme ad un mio carissimo amico, e siccome lui insisteva che provassi questa nuova disciplina , mi decisi a salire su quella benedetta tavola che con il senno di oggi, sembrava più che altro un dirigibile. Fu amore a prima vista. Nonostante il boma fosse di legno, che mi squartasse le mani, che il peso del materiale fosse smisurato e che il vento fosse praticamente inesistente, iniziai lo stesso a dedicarmi all’apprendimento per tutta l’estate. Pratico il windsurf , tra alti e bassi , da più di 30 anni.
La vera illuminazione arrivò con l’avvento del nuovo freestyle nel 1997. Ai tempi per me il windsurf era cavalcare le onde, ma poi vidi un video con il mitico Josh Stone che eseguiva una Air Jibe (Vulcan) e decisi che anche io avrei imparato quanto prima quella fantastica manovra. Nonostante a me sembrasse impossibile impararla, dopo un training di alcune settimane il sogno si realizzò e imparai anch’io questa bellissima manovra. Alla soglia dei 40 anni suonati, passai dal dedicarmi quasi esclusivamente alle onde, alla pratica del freestyle su acqua piatta. Nel 2000 le aziende di materiale non producevano e non investivano in attrezzatura per bambini, e siccome desideravo che mio figlio iniziasse a fare windsurf , ho iniziato ad occuparmene di persona.
RIW: Come convivi con questa passione?
R.G.: Direi benissimo, è tra le mie passioni principali, mi tiene vivo, allenato ed in buona forma fisica, mi tiene costantemente motivato. Stare in acqua e all’aria aperta in mezzo alla natura incontaminata mi fa stare molto bene. E’ mia opinione che l’età che avanza non è un ostacolo all’apprendimento del freestyle e anche di manovre difficili, nel mio piccolo anche se non ho le medie alte, sono riuscito ad imparare nuove manovre come la Kono e la Funnel.
RIW: Sei da tempo nel gruppo SBT, che ha superato i 12mila iscritti. Come vedi questo movimento?
R.G.: Non posso che avere una buona opinione. Tutto ciò che intende promuovere uno sport con passione per me è una buona cosa. Facebook è diventato uno strumento molto importante per la divulgazione e la comunicazione e trovo che sia vantaggioso per lo sport, che sia un momento di distensione e che sia anche divertente. Credo che come ogni strumento dipende solo dall’uso che se ne fa’. Conosco da molto tempo Fabio e sicuramente gli riconosco la sua inesauribile passione per questo sport. Ho sentito che ci sono state alcune polemiche sui suoi modi e sui contenuti dei post che alcune volte sono stati pubblicati. A qualcuno questi potrebbero apparire troppo rudi o maldestri, ma secondo il mio parere spassionato, si intende facilmente che sul gruppo si vuole ridicolizzare l’aspetto serio del tema, e che lo scherzo vale un po’ tutto e tutti indistintamente. Si capisce che lo scopo dei post è unicamente il divertimento e lo scherzo frutto di buontemponi.
RIW: Il “nonno” è un personaggio, come l’hai conosciuto?
R.G.: E dove posso averlo conosciuto … a Valma e dove sennò ?
RIW: Hai aneddoti particolari sul nonno?
R.G.: Non proprio , quello che mi ricordo di lui è che appena appariva il vento e poteva, correva prima possibile al lago per uscire , che ci fosse la pioggia, la neve il gelo o la nebbia. Se per caso non riusciva a venire, allora si attaccava alla cornetta e ti chiamava al cellulare tenendoti al telefono due ore per chiederti ogni minimo particolare dell’uscita e delle nuove vele o del materiale in commercio. E’ sempre stato un amante delle innovazioni e dei materiali tecnici. Ogni volta che lo vedevo doveva farmi vedere il suo nuovo giocattolo windsurfistico che si era comprato.
RIW: Qual è il tuo home spot e qual è il tuo preferito in assoluto?
R.G.: Senza dubbio dove sono cresciuto windsurfisticamente , in Sardegna a Porto pollo, alla scuola Sporting Club Sardinia dove mi sento di casa, tra amici e tra persone fantastiche. D’inverno lo spot che preferisco è Jericoacoara in Brasile, è sicuramente una vacanza windsurfistica da sogno, dove anche i nostri familiari, nonostante il vento che soffia tutti i giorni, vengono volentieri. Un viaggio nel cassetto? Di viaggi mi piacerebbe farne tanti, ma adoro Jeri ed il Brasile (Ceara), ed appena ne ho le possibilità in inverno desidero andarci. Tra le mie mete da sogno, che ad oggi non ho mai raggiunto, ci sono sicuramente le Hawaii a Maui.
RIW: Abbiamo saputo che ultimamente stai seguendo il progetto di nuove vele per i bambini e i ragazzini. Che cosa ci puoi dire a riguardo?
R.G.: Da un anno aiuto una giovane ragazza di 12 anni, Dalila (Dalixonbard) che a mio avviso ha un grande talento, a crescere sul piano sportivo, le faccio da trainer e da promoter. Insieme a lei e a Claudio Badiali abbiamo messo a punto tre vele da bambino, che differentemente dalla altre sino ad ora prodotte sono vele uguali a quelle prodotte per adulto ma molto più leggere. Sono delle vele da giovani PRO, costruite con materiali di altissima qualità, con solo tre stecche e di conseguenza ultra leggere. Dalila ha testato per quasi un mese la misura 2,5 con ogni condizioni di vento, Christian Ferraro della scuola di Arma di Taggia ha avuto modo di testarle con una sua bambina nelle misure più grandi per un mese, ed i risultati di questa nuova vela a nostro parere sono davvero eccezionali. Stiamo aspettando qui a Portopollo con Dalila, per provare le altre due misure di vela la 3.1 e la 3.8 , che dovrebbero arrivare alla scuola questa settimana. Ultimati i test e fatte le ultime modifiche necessarie, Challenger passerà alla produzione delle vele di serie per il 2015.
RIW: ciao Davide Manfroni, sei un atleta molto conosciuto in Romagna. da quanto tempo conosci il windsurf? come convivi con questa passione?
Davide Manfroni: sono Davide Manfroni, ITA1600, classe 1973, un peso massimo nel windsurf, amante del vento (forte e possibilmente piatto) e della piadina … ^_^
Conosco il windsurf dal 2005, giocavo a beach volley con discreti risultati prima di distruggermi il capolungo del bicipite, che mi ha di fatto costretto ad interrompere l’attivita’, quindi la ragazza di allora, sorella di un windsurfista, mi ha proposto di fare vacanza a Torbole, e cosi’ tutto e’ iniziato..Ero partito molto controvoglia, pensa, mio babbo regatava in barca a vela, piu’ di una volta ha provato a coinvolgermi, ma io preferivo stare in spiaggia, a giocare a beach!
Una volta su, dopo la prima settimana di corso, ho avuto la fortuna di vedere Andrea Cucchi sfrecciare il doppio piu’ veloce di tutti, e li’ mi si e’ accesa una lampadina…IO VOGLIO FARE QUELLO!!!!! Subito attratto dalla velocita’, il mio primo acquisto e’ stato un FORMULA SB, mi pare il X-187, compagna di prime planate abbinato alla 8.5 … molti kg fa … ^_^
Di acqua sotto i ponti ne e’ passata tanta, ma la passione e’ sempre la stessa … Come il nervoso quando le poche volte che fa vento non si puo’ uscire perche’ impegnati in altre cose, ufff …
Oggi pratico prevalentemente il Formula e lo slalom, ma sto iniziando ad addentrarmi nello speed, grazie all’amico Paolo Berardi, vero fenomeno della disciplina!
Convivo male con questa passione, perche’ dover esco di solito io, alla 151 di Riccione, e specialmente in Romagna, il vento si fa desiderare assai, accidenti a lui!
E cosi’ quando la condizione lo consente, e non ci sono impedimenti relativi al lavoro o alla famiglia, planare diventa un evento!!!
D.M.: L’SBT team, cosi’ definito, e’ il gruppo piu’ divertente che ci sia, mi diverto sempre tanto a leggere i posti degli iscritti, e se una giornata parte male, due risate sul gruppo e via con una marcia in piu’!!!
Non puo’ che crescere, viste le premesse … ^_^
RIW: Il “nonno” è un personaggio, come l’hai conosciuto? Hai aneddoti particolari?
D.M.: Il nonno l’ho conosciuto prima in via telematica, visto la passione per i fondoschiena femminili in comune, poi di persona, nel suo lungo peregrinare e’ passato a salutarmi anche a Riccione, dove speravamo di uscire in Formula assieme, ma la cippa regna sovrana, da noi … ^_^
Aveva la macchina carichissima, e lui che e’ grande quasi quanto me faticava ad entrarci .. .Ma come fa a fare freestyle??? Ed e’ pure bravo, sembra … ^_^
RIW: Qual è il tuo home spot e qual è il tuo preferito in assoluto? Un viaggio nel cassetto?
D.M.: Il mio Home spot e’ la spiaggia 151 di Riccione diretta dal mitico Claudio Angelini, uomo che in acqua sa fare e insegnare tutto, dal surf, al windsurf, kite, vela, sup … ecc.ecc. e’ stato lui a darmi i primi consigli per planare, un vero maestro!
Ma il mio preferito in assoluto e’ e sara’ sempre Torbole, ci lascio il cuore ogni volta che parto … In tanti anni credo di non avere preso vento un paio di volte … che libidine …
Mi piacerebbe andare a Jeri e a Maui, prima di lasciare il mondo terreno…magari prima o poi ci riusciro’…
RIW: Qual è la disciplina che pratichi maggiormente e qual è quella a cui vorresti dedicare più attenzione?
D.M.: Vorrei salutare due persone che mi permettono di praticare questo sport e di regatare in Formula, impegni permettendo: Enrico Fabbri, patron di VULCANGAS, senza il quale molte cose non sarebbero potute succedere, e Claudio Badiali, uomo che nel nostro mondo non certo bisogno di presentazioni, amico vero e disponibile nel venirmi incontro alle mie richieste spesso assurde …
Senza dimenticare Alessandro Giovini e Enrico Melle e le loro fantastiche pinne, Andrea e Stefano compagni di allenamento, e la birra, ovviamente, sempre e comunque presente!
Aloha a tutti!
Davide ITA1600 interview: Marco Livraghi 4 www.RIWmag.com
photo: courtesy Davide Manfroni, Riccardo Genazzani