Il binomio tra lui e la sua campionessa e’ ormai inscindibile. Modesto, sempre gentile, disponibile, sorridente e positivo, Roberto Pierani detto Rubish, e’ l’allenatore di Giorgia Speciale, colui che l’ha scoperta e portata all’incredibile risultato di questo ultimo mondiale T293 a Torbole: con questo nuovo titolo mondiale Giorgia finisce di regatare nella classe giovanile con un nuovo record essendo la prima atleta in assoluto ad essere andata a podio in tutte e cinque le edizioni del Mondiale cui ha preso parte: 3 medaglie d’oro e 2 medaglie d’argento tra Under 15 e Under 17!
Vista la recente intervista a Giorgia questa estate dopo la vittoria agli europei di Sopot (https://riwmag.com/magazine/intervista-a-giorgia-la-pluricampionessa-speciale/) questa volta tocca proprio al suo allenatore rispondere alle domande di RIWmag!
RIW: Come e quando hai iniziato a fare windsurf?
Roberto Pierani: Io ho iniziato ai tempi d’oro, nel ’79 (avevo 15 anni), quando incominciavano ad arrivare le prime tavole. Ho iniziato prima con le tavole degli amici a Numana, e poi papa’ mi ha comprato un Sordelli a semivolume: sono andato in spiaggia, l’ho armato, e ho incominciato ad andarci un po’ imparando dagli amici, pero’ erano altri tempi. Praticamente in spiaggia tutti facevano windsurf, non si riusciva ad arrivare al mare perche’ bisognava saltare per evitare le tavole che erano sulla spiaggia, era lo sport del momento. Noi arrivavamo in spiaggia e si faceva windsurf dalla mattina alla sera senza guardare quanto vento c’era. I primi due o tre anni tutto questo solo d’estate, poi ho cominciato a praticarlo anche nei weekend, quando potevo andare alla casa del mare dei miei. Poi dai 16 anni in poi l’ho praticato sempre anche d’inverno. Poi sono arrivate le tavolette e per i 18 anni mio papa’ mi ha regalato il mio primo F2 Comet. Poi mi sono costruito una tavola custom in polistirolo seguendo le indicazioni di Windsurf Italia, e poi ho incominciato a girare con le tavolette. Successivamente ho incominciato a prendere la macchina ed era piu’ facile raggiungere gli spot piu’ ventosi del Conero (Portonovo e Numana). Poi ho cominicato a fare le regate zonali e un giorno in spiaggia c’era il responsabile delle tavole Shark a cui ho detto di voler fare le regate. Lui mi ha dato il materiale e dal secondo CIF (1984) mi sono avvicinato al funboard e non mi sono piu’ fermato. Al tempo si faceva o slalom o course race, come oggi. Sono cambiati i materiali e nel percorso di poppa c’erano le strambate obbligate dalle boe. Lo slalom corto era lungo 270cm, e il cource race era lungo 380 (le raceboard di adesso). Al tempo noi eravamo i matti della vela e non eravamo ben visti nei circoli tradizionali mentre adesso, soprattutto adesso, grazie alla sua evoluzione (vedi Techno293), e’ normale oggi fare windsurf in un circolo velico tradizionale.
Dopo tutta la fase slalom (vedi le One Hour dell’epoca), gli ultimi 10 anni agonistici li ho passati sul Formula.
RIW: Com’e’ nato il tuo soprannome Rubish?
R.P.: In spiaggia da me ognuno aveva il suo soprannome, il mito di sempre era Robby Naish (lo e’ ancora), ma io, essendo una sorta di Robby Naish di provincia, dovevo avere in qualche modo il suo nome un po’ storpiato, e cosi’ e’ saltato fuori Rubish!
RIW: Come e quando hai iniziato a fare l’allenatore di windsurf?
R.P.: Nel 2010, a 46 anni, non mi sentivo piu’ un atleta, mi sentivo una persona che poteva fare e sviluppare e cosi’ mi sono messo a fare l’allenatore di lavoro a tempo pieno. Prima ho iniziato con il corso FIV da allievo istruttore per il SEF Stammura di Ancona, e ho cominciato con la scuola vela d’estate! Immaginate quanto ho sofferto io per non poter piu’ andare in windsurf 250 giorni all’anno, sono passato da 250 giorni all’anno con il boma in mano a 250 giorni all’anno sul gommone. Ho cominciato con la scuola vela affiacandomi all’istruttore di optimist che aveva piu’ esperienza di me e mi ha insegnato molte cose. Mi ha spiegato prima il mestiere dell’istruttore e poi quello dell’allenatore che sono due cose decisamente diverse. A fine settembre avevo 8 ragazzi che volevano fare del windsurf il loro sport e cosi’ con la Societa’ SEF Stammura siamo partiti con la squadra agonistica, con gli allenamenti programmati tutto l’anno.
RIW: Il mestiere dell’allenatore FIV. Pro e contro?
R.P.: Come pro fai una vita con i ragazzi, vedi bei posti, anche se poi vedi solo i circoli, diciamo che piu’ che girare il Mondo giri tra i circoli del Mondo, rimani quasi un eterno bambino, l’eta’ anagrafica cresce, ma devi sempre aggiornarti e rapportarti con i giovani, e questo e’ sempre bello. Poi hai continui stimoli, devi continuamente aggiornarti, e’ stimolante perche’ richiede rapporti umani e un costante miglioramento della propria efficacia nel rapporti con gli altri e con se stesso. Cerco sempre di migliorare me stesso come allenatore e i miei ragazzi come gruppo.
I contro sono che e’ un mestiere che richiede una dedizione completa e senza orari, e richiede capacita’ che non e’ scontato avere, come per esempio guidare il furgone con carrello, il gommone in mare agitato, essere nostromo perche’ al circolo non c’e’ sempre qualcuno per fare i lavori in banchina, e quindi e’ molto impegnativo a fronte di una contrattualistica che in Italia non prevede ancora la figura professionale dell’istruttore per cui siamo un po’ come delle foglie al vento non avendo contratti stabili. Appena cambia il consiglio direttivo o la politica del Circolo potresti non trovarti piu’ ad essere un istruttore. Oppure se fai degli errori, o ti trovi di fronte a situazioni complicate, una, due volte e poi puoi ritrovarti fuori perche’ non e’ che ci sono i sindacati degli istruttori eh eh eh (risata).
Praticamente richiede una maturita’ e professionalita’ non mettendo sul piatto della bilancia una contrattualistica e retribuzione adeguata. Per questo tanti istruttori smettono e ne arrivano di nuovi, che pero’ vanno formati.
RIW: quando e come hai incontrato Giorgia Speciale?
R.P.: Io conoscevo gia’ i genitori di Giorgia, quando eravamo piu’ giovani io e suo padre facevamo windsurf insieme, li ho rincontrati l’estate che ho aperto la scuola di windsurf, Giorgia aveva gia’ iniziato ad andare sulla tavola, pero’ si arrabbiava perche’ le due orette di windsurf non le bastavano, si voleva impegnare di piu’ … stiamo parlano di una ragazzina che al tempo aveva 10 anni. Nel 2010 dopo una chiacchierata con i genitori durante la quale lei ascoltava tutto con degli occhi che praticamente parlavano, abbiamo deciso che sarebbe venuta alla mia scuola vela, e da li’ in poi non ci siamo piu’ separati, l’ho avuta sempre con me. Poi l’anno successivo, dopo un anno di preparazione e allenamenti, abbiamo iniziato con le regate e ha incominciato a vincere da subito.
RIW: quando e come hai capito che Giorgia era una windsurfista “Speciale”? Avresti mai immaginato che sarebbe arrivata a tutti questi risultati?
R.P.: Stavamo facendo tutte queste regate, a livello italiano consolidava la sua leadership confrontandosi con i ragazzi che morfologicamente hanno sempre avuto un livello piu’ alto, poi nel 2012 d’estate al campionato nazionale giovanile, lei ha vinto davanti ai ragazzi nella categoria U13 con la 5.8. Allora io ho parlato con i genitori, prima di dirlo a lei, visto che eravamo ad un mese dai mondiali a Medemblik: “che ne dite se andiamo al mondiale in Olanda?” Lei in quel periodo era ancora piccolina per la 5.8 mentre i mondiali si sarebbero svolti almeno nella categoria U15 con la 6.8. E siamo andati a Medemblik, cosi’ per cuiorista’ … e la prima prova ha fatto prima, il mondiale poi l’ha concluso in seconda posizione! E da li’ in poi e’ stata una crescita continua di consapevolezza, tecnica, una crescita fisica e soprattutto di dedizione.
Non c’e’ stato un momento preciso in cui mi sono reso conto del fatto che lei fosse particolarmente dotata, se devo dire un momento preciso e’ stato quello in cui ho parlato ai suoi genitori prima che cominciasse a venire nella mia squadra, quando ho visto quella luce speciale nei suoi occhi che ancora vedo oggi.
RIW: questa era l’ultima regata di Giorgia nella classe T293? Passera’ quindi alla classe RS:X?
R.P.: Col T293 ormai ha chiuso nella classe U17, ma il T293 e’ anche la tavola delle olimpiadi giovanili, e quindi lei vorrebbe qualificarsi per questo evento del 2018 a Buenos Aires.
E in RS:X e’ gia’ due anni che fa regate giovanili, dall’anno scorso e’ nella squadra nazionale seguita dal mio amico Mauro Covre, al momento e’ campionessa giovanile europea U17 (RS:X youth), quindi la strada e’ gia’ tracciata.
Infine mi scuso se esulo dalle domande, ma prima di salutarci ci tenevo a a cogliere questa opportunita’ per condividere con voi anche un altro risultato ottenuto qui a Torbole.
Dopo i primi due giorni di qualifiche i ragazzi U17 sono stati divisi in due flotte, i primi 67 (Gold Fleet) e gli altri 67 dalla 68ma posizione in poi (Silver Fleet).
Ecco, abbiamo avuto tutti e tre i ragazzi della mia squadra Sef Stammura nella Gold Fleet: ne sono davvero orgoglioso. 🙂
interview: www.RIWmag.com
photo: courtesy: Moan(c)CST, Giorgia Speciale, Roberto Pierani