Raimondo Gasperini (#xraysurfacademy #unifiber #tapportugal #starboard #severne #maverx #al360 #windjeri) è senza ombra di dubbio uno dei personaggi windsurfistici italiani più popolari e più longevi nelle competizioni. Da campione plurimo in diverse discipline, a talent scout di giovani wave e freestylers, a continuo promotore della tavola a vela.
RIWmag lo ha raggiunto al suo rientro dal Brasile dove ha svolto il suo allenamento invernale.
RIWmag: Buongiorno Raimondo, ci sono lettori che ti conoscono ormai da anni. Ma per i nuovi appassionati che si sono avvicinati recentemente al nostro sport possiamo aprire questa intervista chiedendoti quanti anni hai e da quanti anni vai in windsurf?
Raimondo Gasperini: Un saluto a tutti, e soprattutto ai nuovi appassionati! Ho 49 anni e pratico questo sport insostituibile da circa 30. Professionista da 25.
RIWmag: Come è cresciuta la tua passione per il windsurf? Quando e perché hai deciso di farlo diventare una professione?
R.G.: E’ diventata una passione esclusiva a poco a poco, all’epoca facevo l’università, e l’amore per il mare ebbe il sopravvento, ogni momento libero lo dedicavo al windsurf, lavoravo la sera come organizzatore nei locali per pagarmi le attrezzature e le prime trasferte … Poi con i miglioramenti tecnici e allenamento dopo allenamento ho iniziato a mettermi in gioco con le regate, a quel punto sono arrivati i primi risultati, mi sono sembrati una conferma, era la strada giusta. In seguito amici come Pietro Pacitto (a quei tempi windsurfista pro) mi hanno instradato al professionismo e sono entrato nel team Bic Sport. Da lì tutto ebbe inizio …
RIWmag: Del windsurf professionistico hai visto sia gli albori (decisamente più trionfali) che i recenti anni di difficoltà economiche. Chi può diventare ad oggi un professionista di questo sport e cosa ci si può aspettare da questo lavoro?
R.G.: Mi reputo fortunato per aver vissuto nel momento più florido del windsurf, c’erano grandi budget per la ricerca e sviluppo dei materiali e grandi team regolarmente pagati per partecipare alle competizioni, c’era promozione tramite eventi e media, e molti molti sponsor extrasettore che ti davano un valore aggiunto. Tutti mezzi idonei a farne una vera e propria professione. Ora per i giovani che si affacciano al windsurf a livello nazionale professionistico c’è poco budget e le aziende non investono più, a mala pena i migliori riescono a ottenere attrezzature in uso, di soldi se ne vedono pochi, a meno che tu non riesca a essere uno dei top ten di una disciplina Pwa riconosciuta a livello mondiale. L’unico consiglio che posso dare a chi voglia diventare un professionista è quello di allenarsi, vincere dei titoli a livello nazionale e poi cercare il salto a livello internazionale, cercare di affermarsi e entrare in quel giro di pochi top riders che riescono a viverci di agonismo e mare. Vivere lavorando con la propria passione è la cosa più bella del mondo, non potrei sentirmi più fortunato, consiglio tutti i nuovi surfers di impegnarsi al limite delle loro possibilità per raggiungere ogni traguardo. Ci vuole un certo grado di dedizione, e vera e propria ossessione per ciò che si ama per arrivare dove si vuole …
Alle aziende invece suggerirei di utilizzare meno promoters che fanno le carte false per farsi fare lo sconto e ottenere attrezzature per poi vantarsi sulla spiaggia e poi non hanno abilità particolari, poco più di sagome vuote, bisognerebbe invece puntare sui giovani riders seri che in acqua spaccano, magari affiancati da atleti maturi, di durevole esperienza, professionisti affermati in grado di dare le dritte giuste. Ma basta promoter vi prego, sono la rovina dei negozi e delle aziende. Chi ama il nostro sport e lo pratica a livello amatoriale deve pagare e acquistare le attrezzature in negozio (magari con lo sconto) altrimenti non ci sarà mai più un budget adeguato per i giovani che vogliono emergere.
RIWmag: Com’ è andata per te questa recente stagione agonistica?
R.G.: Se devo dirti della mia recente stagione agonistica, devo fare una piccola premessa riguardo un fatto abbastanza curioso. Mi accorgo che ottenere risultati non è più fondamentale come un tempo, sempre stimolante, certo, ma non essenziale. Ho puntato sul Waveriding, la disciplina che più mi piace praticare, e che più mi accende, e ironia della sorte ho concluso questa stagione nel migliore dei modi ottenendo un podio al Campionato Nazionale Brasiliano. In Italia invece sono stato meno fortunato, nel campionato nazionale sono finito nei top 10, puntavo ai top 5, ecco ma ora sono più molto più concentrato sulla miglioria nella mia tecnica, molto più attento alla cosa in sé, che al risultato. D’altro canto è da anni che gran parte della mia attività si concretizza nella promozione del windsurf fra i giovani con la mia XRay Surf Academy a Fregene vicino Roma, con la scuola organizzo centri estivi mirati all’insegnamento e alla pratica del windsurf, surf e sup …
Inoltre con la scuola in movimento XRay in the best spot, porto i ragazzi di secondo livello nei migliori spot per progredire. Sto coltivando tanti nuovi windsurfisti! In una disciplina in cui non smetto di imparare insegnando, è incredibile, ma non arrivo mai a dirmi che non ho più nulla da imparare di una manovra, e nemmeno in uno spot frequentato centinaia di volte. Il mare è sempre diverso, e così le emozioni che ogni volta arrivano dal windsurf.
RIWmag: Sei andato molto bene a una gara wave che si è svolta a Jericocoara (Brasile). Puoi condividere con i lettori di RIWmag il tuo resoconto di questo evento?
R.G: Gareggiare con i migliori mi ha sempre esaltato, mi ha costretto a tirare ogni volta fuori il meglio, a questo contest oltre ai fortissimi local brasiliani hanno partecipato anche stars internazionali invitate per l’occasione, perché Jericoacoara è meta preferita da moltissimi campioni. Durante la gara ho superato nelle mie heat atleti come Nikolas Akgazciyan e Hugo de Souza ai quarti di finale, in semifinale “un certo” Gollito Estredo (pluri Campione del Mondo) … E arrivare secondo subito dopo Edavan Souza imbattibile a casa sua, e superare il fortissimo talento Jan Morou (prima nel team JP international e ora nel team Goya International) ha voluto dire soddisfazione infinita. Il risultato più importante degli ultimi anni!
E tutto si è svolto nella cornice di un’organizzazione perfetta, perché quelli della WidJeri sono sempre impeccabili, la nostra collaborazione va avanti da tempo, confermo anno dopo anno un livello di professionalità altissimo. Fra l’altro Jericoacoara è il mio spazio privilegiato per l’insegnamento. Grazie alla Tap Portugal, che per chi viaggia con la XRay garantisce di volare nel migliore dei modi, i miei stagisti possono seguirmi in un paradiso intatto in cui godere di condizioni ottimali.
RIWmag: Secondo te fino a che età si può praticare questa professione?
R.G.: A livello professionale se ti alleni bene il top lo raggiungi a 30-35 anni e sei sempre sul pezzo fino ai 50, puoi essere competitivo in Slalom e Wave, per il Freestyle dopo i 35 sei out dai big.
RIW: Quali sono i progetti e gli obiettivi per la prossima stagione?
R.G.: Per la prossima stagione voglio continuare ad allenarmi in Wave e tornare a fare qualche gara di Slalom e praticare sempre di più Sup Wave, perché lo reputo un ottimo training per il fisico e strumento didattico per la surfata delle onde; in questa stagione ho ricevuto dai miei sponsor Starboard – Severne – Al360 – Maverx – Unifiber materiali eccezionali che mi aiuteranno a raggiungere il massimo delle prestazioni, in tutti i deal che mi proporrò. Naturalmente da Maggio riapriranno le attività della XRay Surf Academy, punto di riferimento nazionale per chi vuole imparare e migliorare in windsurf, surf e sup.
Inoltre, per avvicinare al nostro mondo i giovani meno fortunati sto portando avanti un nuovo progetto insieme ad amici che gestiscono un centro in cui si affrontano problematiche di ragazzi con situazioni familiari difficili. Sono convinto che gli sport su acqua possano essere un canale di espressione notevole e un valido modo per incanalare le energie di chi vive realtà difficili oppure di individui con disordini cognitivi (come quelli legati all’autismo, ad esempio).
interview: www.RIWmag.com
photo courtesy: Raimondo Gasperini