Contina l’avventura del gruppo di Facebook SBT, un gruppo non per tutti! Non abbiamo fatto in tempo a dare la notizia della prossimita’ ai 4000 iscritti che il tempo di preparare questa intervista ed il tempo del weekend al WindFestival il gruppo ha superato i 5000 iscritti: per questo traguardo abbiamo intervistato papà Renato Romeo e suo figlio Matteo, giovane talento nel panorama freestyle italiano ma già con parecchia esperienza!
Renato Romeo
RIW: Ciao Renato, presentati ai lettori di RIWmag.com! Quando hai incominciato con il windsurf e cosa rappresenta questo sport per te?
R.R: Ciao! Mi chiamo Renato Romeo alias “ il Vecchio”! La mia passione per il windsurf è nata nel lontano 1982. Tutto iniziò quando io e i miei amici avemmo in regalo da una concessionaria Opel un “Sordelli” che, per chi non lo sapesse, si trattava di una delle più ambite tavole di quei tempi, lunga 3,62 m, albero in vetroresina, boma in legno e vela triangolare in dacron con finestra in PVC (era il TOP di gamma!). Andammo a Cremia per giocare con questo strano attrezzo, senza sapere veramente bene le basi per usarlo. Dopo tante cadute e tanti recuperi, finalmente la prima planata! La passione è cresciuta e invecchiata insieme a me, facendomi trascorrere week-end all’aria aperta con gli amici e tanto divertimento. Ad oggi, come ieri, oltre ad essere uno stile di vita, è anche una enorme valvola di sfogo per lo stress settimanale.
RIW: Come hai trasmesso la passione per questo sport a tuo figlio? Cosa pensi quando lo vedi in acqua?
R.R: Penso che lui abbia acquisito questa passione vedendo suo padre che tutti i weekend andava a surfare soprattutto durante le ferie estive in quel di Coluccia. Io personalmente non l’ho mai spinto a provare, pensavo “se vuole provare me lo chiederà lui” e così è stato. Ora, quando lo vedo in acqua, mi piace osservarlo e guardare le evoluzioni che fa, con un po’ di invidia! Per me ormai è passato il tempo, anche se il NONNO diverse volte mi ha spinto a provare qualche manovra di freestyle, ma con i problemi di schiena e cervicale che ho, non me la sento di rischiare.
RIW: Hai dei consigli per i genitori dei vari bambini già ‘drogati di windsurf’?
R.R: Il compito del genitore è quello di portare il proprio figlio ad allenarsi quando e dove c’è vento nel limite del possibile, facendo sacrifici soprattutto a livello economico e cercando di stimolarlo ad ogni uscita e ogni minimo miglioramento. Quando il proprio figlio va in gara sento la stessa tensione, come se lo stessi facendo io e cerco di non trasmettere questa mia agitazione anche a lui, mettendomi in disparte e guardandolo da lontano. Penso che questa cosa sia positiva per entrambi.
RIW: Ti vediamo molto attivo nel gruppo SBT, spesso in simpatiche diatribe con il “nonno”. Com’è il tuo rapporto con lui e cosa pensi di SBT?
R.R: Il mio rapporto con il nonno non è iniziato con SBT, ma ci frequentavamo già da ragazzi, poi ci siamo persi e ci siamo rincontrati su facebook divertendoci e scambiandoci opinioni, foto e insulti (naturalmente con ironia), per coinvolgere tutti i componenti del gruppo che molte volte ci prendono sul serio chiedendoci se litighiamo sul serio! Il gruppo SBT è per me, un po’ come il windsurf, una valvola di sfogo “infrasettimanale” dove poter ridere e scherzare con i miei amici surfisti. Parlando invece del gruppo in se per se, credo che possa essere un ottimo strumento di informazione capace di esprimersi a più di 5000 persone!
RIW: Consigli per i genitori dei vari bambini già ‘drogati di windsurf’?
R.R: Dopo l’esperienza vissuta con Matteo, consiglio ai genitori di far capire ai ragazzi che nella vita non esiste solo il windsurf, deve essere visto come una passione ma che non ostacoli le tappe della vita (a mio figlio è successo questo) e io ci sto un po’ patendo! Grazie per l’intervista, un saluto a tutti gli SBT!
Matteo Romeo
RIW: Ciao Matteo, tu sei gia’ famoso ma per quelli che non ti conoscono ancora potresti raccontaci chi sei e quali sono i tuoi prossimi obiettivi!
M.R: Ciao a tutti, sono Matteo Romeo, il figlio del mitico “vecchio”, ho 20 anni e pratico questo meraviglioso sport da ormai 13 anni! Ebbene si, sono 13 anni che soffro di questa bellissima “malattia” che spero di portarmi avanti ancora per molto tempo. Dopo più di otto mesi consecutivi trascorsi qui sul lago di como, per motivi lavorativi, ho deciso di ripetere l’esperienza dello scorso anno, l’8 novembre partirò per il Brasile con biglietto di sola andata, tornerò quando sarà il momento di tornare, la passione è troppo forte e mi rende difficile fare ragionamenti più concreti per un mio futuro. I miei genitori non sono molto felici, ma ora come ora voglio pensare ancora da ventenne, per invecchiare c’è tempo!
RIW: Come hai iniziato a fare windsurf e quanto ha influito tuo padre, il ‘vecchio’?
M.R: Devo dire che il “vecchio” non ha molte colpe, l’unica vera colpa è stata quella di farmi provare! Hehe! Ma devo assolutamente ringraziarlo. Tutto è nato a Coluccia, quando così, un po’ per gioco e un po’ attirato nel vedere quei surf che sfrecciavano sull’acqua, chiesi a mio padre di provare. Mi piacque da subito, e fu cosi che a sette anni, il giorno di Natale, mi ritrovai in garage il primo rig armato e addobbato con ghirlande.
RIW: Cosa pensi quando surfate insieme?
M.R: È sempre molto bello! Soprattutto quando capita, perchè nell’ultimo periodo il vento del week-end si è fatto un po’ desiderare e quindi le uscite non sono state molte. Mi piace quando mio padre vede le mie manovre e successivamente me le commenta in macchina sulla via del ritorno verso casa.
RIW: Quali sono i pregi e i difetti del tuo home spot, il Lago di Como?
M.R: Purtroppo difetti tanti e pregi pochi; il pregio, che alla fine è quello che conta di più, è che siamo una bella compagnia, ci si conosce tutti ed è sempre bello ritrovarsi anche quando il vento non si fa vedere anche se era previsto. Difetti? Ti fa soffrire, e con questo dico tutto!
RIW: 5000 iscritti! Quanto è importante SBT nel mondo del windsurf?
M.R: Credo sia un grandissimo traguardo! Non me lo sarei mai aspettato, eravamo partiti da un gruppo di 20/30 persone ed ora siamo cento volte e più! Devo anche fare i complimenti al NONNO che ci ha creduto e ci ha spronati riuscendo, credo sicuramente, a far venire fuori qualcosa di più di un gruppo in futuro. Ne approfitto per salutare tutti i miei amici e le persone che mi conoscono, ci vedremo sicuramente in acqua e su SBT!
Interview: Marco Livraghi – www.RIWmag.com
Photo Courtesy: Matteo Romeo, Renato Romeo