Testo: Eliano Apicella, Foto: Rosalinda Noviello
Isole Vergini Britanniche. Cosa può venire in mente alla gente comune quando si sentono nominare queste isole per la prima volta? Innanzitutto, si può dedurre dal nome, che sono un arcipelago di isole incontaminate e nascoste da qualche parte nel globo, forse non lontano dalla Gran Bretagna…o forse in zone tropicali colonizzate dagli inglesi. Sicuramente un posto molto lontano e difficilmente raggiungibile. Quando invece si fa la stessa domanda ad un windsurfista, la prima cosa che viene in mente è la famigerata HiHo – BVI Windsurfing Competition, una race long-distance che sin dagli inizi degli anni ottanta si tiene tra le Isole Vergini Britanniche.
Le BVI e Tortola
Le isole Vergini Britanniche, dette BVI (British Virgin Islands) sono un arcipelago con più di 60 isole che si trova nel mar dei Caraibi, poco più ad est di Portorico. Le isole più importanti sono Tortola, Virgin Gorda, Anegada e Jost-Van-Dyke. Un tempo rifugio di pirati e briganti, oggi sono una delle mete tropicali favorite dei diportisti per la costante presenza degli alisei e per punti d’ancoraggio ben protetti. Sono sicuramente un piccolo paradiso.
Già qualche anno fa, Rosy ed io avevamo avuto modo di rendercene conto, quando decidemmo di trascorrerci qualche settimana. Quest’anno, per le vacanze di Natale, avevamo davvero bisogno di scegliere una meta che ci permettesse di riposare e, nello stesso tempo, di accontentare Rosy che aveva il desiderio di tuffarsi in un mare caldo e cristallino e di sdraiarsi al sole. Ovviamente, senza trascurare la mia voglia di surfare tante onde. Seppur il viaggio verso Tortola, l’isola principale delle BVI, ci spaventasse per la durata e l’elevato numero di scali, il ricordo di quella gran tranquillità, di quei tramonti mozzafiato e, soprattutto, di quelle onde lunghe e ripide ha avuto il sopravvento. Dall’Italia il modo più semplice per arrivare nelle BVI è quello di volare su San Juan di Porto Rico e da lì prendere un breve volo per Tortola. Quest’isola ed, in particolare, la città principale Road Town, rappresenta il punto di partenza per esplorare l’arcipelago noleggiando un fantastico catamarano cabinato o spostandosi con traghetti o barche da trasporto turisti.
Il giorno del nostro arrivo era prevista una mareggiata da nord con un vento di circa 18-20 nodi. Purtroppo Tortola, pur avendo alcuni spot da surf da onda world class tra cui Cane Garden Bay, non offre la possibilità di fare wave riding. Per raggiungere Anegada abbiamo dovuto aspettare il giorno dopo, in quanto il traghetto non c’è tutti i giorni. Poco importava: eravamo nei Caraibi al caldo ed avevamo solo bisogno di una bella spiaggia dove “spalmarci” al sole e riposarci dal lungo viaggio. Dopo esserci sistemati nell’hotel più economico di Road Town, il Sea View Hotel (http://seaviewhotelbvi.com), siamo saliti su un taxi, direzione Cane Garden Bay, dalla parte opposta dell’isola. Come mi aspettavo, c’erano delle bellissime barre, ben disegnate da alcuni surfisti da onda. Nel cercare il posto giusto dove posizionarci, mi sono accorto che sulla spiaggia c’era un rental di SUP starboard (http://www.bvisuprentals.com) ed aveva anche una bella tavola da 9’…nulla di meglio di qualche oretta in stand up paddle per andare a vedere da vicino e ad assaggiare quelle lunghe barre azzurre. Siamo stati in spiaggia bevendo piña colada fino al tramonto e ad assaporare il nostro primo giorno di vacanza.
Anegada
La mattina successiva abbiamo preso il primo traghetto per Anegada. Dopo qualche ora di viaggio ho cominciato a scorgere all’orizzonte il profilo dell’isola, e subito il mio sguardo è andato verso l’estremità ovest, dove si srotolano le onde di West End. La mareggiata era ancora attiva e man mano che la barca si avvicinava, mi rendevo sempre più conto che le onde erano perfette così come le ricordavo. Sul molo c’era Garfield ad attenderci con un pick-up tutto sgangherato, ma comodissimo, e per accompagnarci nella casa che ci aveva affittato. Abbiamo caricato la macchina con tutti i nostri bagagli, il saccone del windsurf e le provviste che avevamo acquistato a Tortola. La nostra casa era a Settlement, l’unico e piccolissimo centro abitato dell’isola, dove vivono praticamente tutti gli abitanti di Anegada: ben 180 persone…una vera metropoli!!!
Anegada è l’isola più a nord delle BVI. Diversamente dalle altre isole, è praticamente piatta: solo 8,4 metri sul livello del mare. Il suo nome, in spagnolo, significa “annegata” ed è appunto ciò che è successo a numerosissime navi affondate per causa sua. L’isola, infatti, è talmente bassa che i marinai non riuscivano a scorgerla in tempo per evitarla, e finivano intrappolati sulla barriera corallina. Proprio quest’ultima, cosiddetta Horseshoe Reef, rappresenta una delle attrazioni principali dell’isola. Con i suoi 29 chilometri di lunghezza, infatti, è la barriera corallina più grande dei Caraibi e la quarta più grande al mondo. Per tale motivo, ovviamente, Anegada è un paradiso per chi ha voglia di fare immersioni e/o snorkeling. Per noi windsurfisti alla ricerca di onde da surfare, la presenza di un reef così lungo fa sicuramente ben sperare.
L’ Horseshoe Reef inizia dall’estremità ovest dell’isola e termina dopo l’estremità est, avvolgendo il lato nord. Proprio ad ovest si trova West End, un eccellente spot da surf da onda, con delle bellissime destre, che nel periodo invernale si trasforma anche in un fantastico spot da windsurf. Gli alisei da est/nord-est soffiano sulle onde esattamente side off-shore con una buona frequenza e con intensità che può variare da 15/18 nodi ai 30 nodi nei giorni più ventosi. Le onde migliori si generano grazie alle swell da nord che sono ben frequenti sempre nel periodo invernale. In tali occasioni, i migliori surfisti delle Isole Vergini, e non solo quelle Britanniche, vengono ad Anegada. Tuttavia, anche in assenza di una vera swell, quando il vento è sostenuto, si genera sempre un’onda di almeno un paio di metri che permette ai windsurfisti di qualsiasi livello un divertimento più che assicurato. Il reef si trova ad alcune centinaia di metri dalla spiaggia. Quindi, considerando che il vento è off-shore, è necessario avere una barca d’appoggio o qualcuno in spiaggia che possa avvertire in caso di qualsiasi problema. Ciò principalmente se c’è vento forte o se la swell è molto consistente. L’alternativa è nuotare per tanto tempo…senza mai scoraggiarsi!!!
Quest’anno devo ammettere di essere stato molto fortunato. In due settimane, sono stato accolto da una bella mareggiata ed un’altra notevole si è abbattuta sul reef di West End qualche giorno prima del mio rientro in Italia. Il vento è stato sempre presente e, a volte, fin troppo forte per l’attrezzatura che avevo portato. Inoltre, ho surfato sempre solo, a parte alcuni giorni in compagnia di qualche kiter, con il quale dividevo volentieri le onde. Anegada è un posto quasi sconosciuto ai windsurfisti, ma ha delle buone potenzialità. La qualità delle onde è eccellente: lunghe barre blu che rompono su di un reef, nella maggior parte dei punti, non cattivo. Anche se, però, alla fine dell’onda, dove c’è il canale, ci sono delle rocce abbastanza pericolose, soprattutto con la bassa marea. In quel punto, nei giorni con poco vento, c’è poca aria, per cui se si cade nelle onde, si rischia di finire sulle rocce…e qualche graffietto è assicurato. L’onda termina nell’estremità ovest di Anegada, dove finisce il reef. La barriera corallina è a circa 200 metri dalla spiaggia bianchissima. Tra le onde e la spiaggia c’è una laguna di colore turchese e ricchissima di fauna marina. Vedere una manta che nuota sotto la tavola o che salta fuori dall’acqua agitando le ali, come se volesse volare, è una sensazione favolosa. Basta mettersi una maschera e esplorare la laguna per vedere un infinità di pesci colorati, mante, aragoste, conchiglie giganti, barracuda e, purtroppo, anche qualche squaletto.
Quello che io ho avuto modo di incontrare era uno squalo nutrice di un paio di metri che, fortunatamente, si nutre solo di invertebrati e crostacei. Infatti, mentre tornavo da un’esplorazione con maschera e pinne, per capire la conformazione del reef, scorgo un’aragosta sotto una roccia molto grande. Non ci penso su neanche un attimo, e provo ad afferrare l’aragosta per le antenne. Nel fare questo “tuffo” verso l’aragosta, vedo questo pescione enorme con una grande pinna centrale che compare da sotto alla roccia…devo ammetterlo, per qualche attimo, mentre cercavo di capire la traiettoria dello squalo, sono stato pervaso da un intenso terrore!
La sera stessa i miei amici di Anegada mi hanno tranquillizzato spiegandomi che era sì uno squalo, ma innocuo. Quest’isola è davvero un paradiso dentro l’acqua e fuori. È il posto dove volevamo trascorrere un po’ di tempo e disintossicarci dallo stress della quotidianità. Essere lontani da tutti, su di un’isola isolatissima e molto poco abitata. Ci sono delle spiagge fantastiche: la lunga spiaggia deserta di Pomato Point o, sul lato nord dell’isola, Loblolly Bay dove si trova uno dei ristoranti più famosi delle BVI, il Big Bamboo, e dove è possibile mangiare una prelibatissima aragosta.
Il Big Bamboo è sicuramente uno dei punti di riferimento dell’isola. Altri posti che vale menzionare sono Cow Wreck Bay, una bellissima baia dove si trova l’omonimo beach bar nel quale, ogni tanto, gruppi di giovani in giro per le isole in barche a vela, organizzano feste devastanti fino a notte fonda. Poi c’è da ricordare il cosiddetto West Side, dove c’è il molo dei traghetti. Il primo posto che si incontra dopo aver lasciato il molo è Potter’s by the Sea, un buon ristorante ed il miglior bar dove fare un aperitivo mentre si gode lo spettacolo del sole che si immerge nelle acque turchesi del mare. In questa zona, lungo la spiaggia, ci sono diversi ristoranti e strutture ricettive. Quello che funge, in via ufficiosa, da centro di informazioni è l’Anegada Reef Hotel. Bisogna anche segnalare il Neptune’s Treasure, anche in questo caso un ottimo ristorante con un bar, ma soprattutto un posto dove mangiare una favolosa colazione all’americana preparata da Pam.
Ad Anegada c’è poco altro: qualche negozietto che vende magliette ed artigianato, piccole botteghe che vendono pochi generi alimentari, una scuola frequentata da 60 tra bambini e ragazzi e 2 chiese. C’è un solo poliziotto, 2 pompieri ed 2 infermieri. Forse sono più numerosi i fenicotteri che sgambettano nelle lagune salate o le iguane che si nascondono sotto i cactus. Posti così tranquilli, girando per il mondo, ne ho trovati veramente pochi. Ho sempre avuto tutta la mia attrezzatura appoggiata nel cassone del pick-up…nessuno ha mai toccato nulla! Sull’isola, dopo qualche giorno, è impossibile non conoscere tutti o quasi. Questo per me è qualcosa di veramente speciale: sentirsi parte integrante di una comunità di persone che vivono in un paradiso isolato dalla parte opposta del nostro mondo, condividere con loro momenti piacevoli ed aiutarsi sempre a vicenda. Una signora, Elvira, quasi tutte le mattine passava a casa nostra. Chiacchierava con noi e con i nostri fantastici vicini e poi la accompagnavo a lavorare dall’altra parte dell’isola, mentre andavo a controllare le condizioni di vento ed onde.
Adesso, mentre sto completando quest’articolo, mi vengono in mente tutte le belle sensazioni provate ad Anegada: mentre guidavo il mio pick-up ad una velocità massima di 40 km all’ora, senza alcuna fretta, assorto nei colori fantastici del mare o mentre surfavo quelle onde lunghissime e glassy in completa solitudine oppure mentre, guardando il tramonto, gustavamo un thè caldo e pasticcini da Pam dopo una giornata di windsurf oppure quando scherzavamo e chiacchieravamo sotto il porticato di casa con gli amici bevendo bottiglie di rum. Mi manca Anegada, mi mancano i colori di Anegada, mi mancano i nostri amici di Anegada …
Road Book
Voli: Numerose compagnie aeree volano da Milano o da Roma su San Juan con almeno uno scalo. American Airlines e US Airways sono le più convenienti e pratiche con solo uno scalo a New York o Filadelfia. Per volare su Tortola l’unica compagnia che trasporta l’attrezzatura è la Seaborne Airlines.
Noleggio Auto: A Tortola ci sono diversi rent a car che affittano anche scooter. Se la permanenza è breve, si possono anche utilizzare taxi collettivi Ad Anegada abbiamo contattato S&K Rentals (http://snkamazingrentals.com)
Dove alloggiare: Nelle BVI non ci sono sistemazioni economiche. A Tortola abbiamo alloggiato al Sea View Hotel (http://seaviewhotelbvi.com), molto comodo e confortevole e tra i più economici a Road Town. Ad Anegada ci sono svariate sistemazioni in cottage, ville o altro, basta consultare il sito www.bvitourism.com per trovare quella di maggior gradimento. Per chi volesse fare una vacanza low-cost (difficile nelle BVI), è possibile portare una tenda. L’Anegada Reef Hotel permette di campeggiare nel giardino ad un costo di 20 dollari al giorno.
Dove mangiare: Tutte le sistemazioni hanno almeno un angolo cottura, per cui si può cucinare. Altrimenti, soprattutto nella zona ovest, ci sono diverse possibilità per mangiare. A pranzo, almeno una volta, è d’obbligo mangiare un’aragosta al Big Bamboo a Loblolly Bay. Se non si ha voglia di pesce, si può andare da Lil Bit, vicino al molo, dove preparano fino al tramonto piatti di cucina caraibica con pollo o carne. Potter’s by the Sea, Lobster Trap, Neptune Treasure: sono solo alcuni esempi di soluzioni per la cena. Se la sera si vuole mangiare al ristorante, bisogna sempre prenotare ed ordinare entro le 16:30 dello stesso giorno.
Quando andare: Nel periodo tra dicembre e marzo soffia con una buona frequenza l’aliseo da est/nord-est ed arrivano gli swell da nord.
Attrezzatura da portare: Attrezzatura wave da vento leggero, ma se avessi avuto la 4.7, l’avrei usata almeno per un paio di giorni. Portate ricambi perché non esistono negozi specializzati. Volendo è possibile noleggiare SUP a Tortola (http://www.bvisuprentals.com) e portarlo ad Anegada.