Carmine Navarra ITA-881 ha inviato alla redazione di RIWmag l’entusiasmante report della sua impresa: e’ riuscito a salire e scendere (nord-sud-nord) il vento lungo tutto il Lago Maggiore con il windsurf foil.
Il suo racconto e’ pieno di emozioni e coinvolgente ma prima di lasciare che i lettori vengano rapiti dalla sua impresa e’ doveroso sottolineare che e’ assolutamente rischioso e fortemente sconsigliabile affrontare una long distance di tale portata in solitario. Qualunque imprevisto potrebbe velocemente trasformarsi in una tragedia senza che nessuno possa intervenire. Quindi per favore, se volete cimentarvi in simili imprese, fatelo sempre in gruppo, calcolate tutti i possibili rischi e imprevisti e organizzatevi in modo da essere sempre in grado di chiamare e/o organizzare dei soccorsi in caso di necessita’!
Carmine Navarra ITA-881 : “fin da ragazzino sono sempre stato appassionato della velocità, dello sport in generale; questa voglia innata di confrontarmi con me stesso e con gli altri mi ha fatto amare le competizioni. Infatti la “sfida” fa parte del mio DNA. Amo le sfide di ogni tipologia, pongo a me stesso un obiettivo da raggiungere e quello sarà un nuovo punto di partenza per sfidare i miei limiti personali. Non avendo mai avuto nessuno che mi seguisse e che mi aiutasse a fare emergere e migliorare i miei punti di forza, ho sempre lottato e fatto affidamento sulle mie forze.
All’età di 21 anni, ho dovuto lasciare il mio paese d’origine Vietri di Potenza Basilicata al quale sono sempre stato legato ed del quale ho portato nel cuore le mie origini e il senso di appartenenza. Per questioni per lo più lavorative dunque mi sono trasferito in Ticino (Svizzera) dove vivo da circa 11 anni.
Purtroppo nel Giugno 2011 ho avuto un grave incidente stradale che mi ha sconvolto la vita. Durante questo calvario ho avuto momenti di sconforto, dolore, sofferenza e depressione ma a distanza di un anno dall’incidente, una ragazza mi chiese se volevo farle compagnia, di andare al Lago Maggiore qui vicino, essendo quasi al confine con l’Italia e se volessi prendere delle lezioni di windsurf, sport molto praticato soprattutto in primavera-estate. L’idea di svagarmi e di fare sport mi eccitava molto, cosi con entusiasmo accettai l’invito.
Con la gamba sinistra massacrata e il braccio destro messo ancora peggio dalle conseguenti fratture postume dell’incidente, decisi di provare a salire su una tavola da Windsurf. Fu subito amore a prima vista: stare a contatto con la natura, andare a vela, sentire il vento sulla pelle mi liberava da tutto il dolore e mi dava la forza di guardare avanti verso nuovi orizzonti, questo per me era uno spiraglio di felicità.
Cosi discutendo con medici e fisioterapisti ottenni approvazione sul mio modo di fare attività fisica, unitamente ad una corretta fisioterapia e rieducazione muscolare e motoria. Sono quindi felicemente riuscito in “poco tempo” a vedere notevoli miglioramenti.
A Pino Tronzano è situata la nota scuola di windsurf La Darsena Wakeboard del caro amico Tiziano Airolo che divenne sostanzialmente come una seconda casa dato che la frequentavo assiduamente.
Con caparbietà, costanza e tenacia ho raggiunto subito un buon livello, questo influiva positivamente anche sulle mie emozioni: il windsurf mi rilassava e tranquillizzava, la forza del vento mi calmava e il moto ondoso migliorava il mio equilibrio, le cose di cui ero più carente.
Negli anni, grazie all’impegno ho progredito sempre più arrivando ad un livello agonistico in cui ho ottenuto molte soddisfazioni e altre ancora conto di ottenerne.
Ma voglio raccontarvi la mia ultima impresa nella quale mai nessuno finora è riuscito nella storia del windsurf sul lago Maggiore.
Premetto che come tutti gli sport, le attrezzature sono in continua evoluzione: esempio più lampante la celeberrima Americas Cup: regata che da più di un secolo vede sfidarsi in spettacolari match races barche che sono sempre state la massima espressione nello sport della vela.
Nel corso degli anni l’evoluzione è stata continua e dai classici monoscafi dislocanti si è passati ai giganteschi catamarani fino a giungere all’attuale monoscafo volante sugli idrofoil: ali subacquee che permettono di elevare l’imbarcazione riducendone enormemente l’attrito radente l’acqua, il risultato è il raggiungimento di velocità di punta veramente elevate: finanche oltre 50 nodi (circa 90km) e con angoli di bolina-poppa a dir poco impressionanti.
Da qualche anno il foil ha preso piede anche nel mondo del windsurf ed è stata una vera e propria rivoluzione. Infatti con l’ausilio del foil si riesce a volare anche con pochissimo vento (5-6 nodi) e a fare andature con angoli straordinari, ottimi per godersi delle bellissime long distance.
Torniamo quindi alle mie long distance: il 17 Aprile è stato il mio primo record personale, inteso come distanza e chilometri percorsi sul lago Maggiore.
Distanza percorsa: 141.84 km, tempo impiegato: 5 ore, 7 minuti e 13 secondi, battendo quindi tutti i record fatti dagli atleti Italiani e Svizzeri che io conosco.
Come dicevo fin dall’inizio di questo report: un traguardo per me è un punto di partenza per migliorare e battere i miei limiti. Da tempo infatti si discute tra noi atleti di riuscire a percorrere tutto il Lago Maggiore da nord a sud: un pensiero fisso negli ultimi giorni per me e non aspettavo altro che il momento giusto, una giornata ventosa che mi avrebbe permesso di risalire di bolina con vento termico da sud tutto il Lago.
Così il 25 Aprile, ricorrenza importante per la storia d’Italia, fatte le mie valutazioni mi sono buttato e ho azzardato “l’impossibile”.
Alle 13 in punto, pronto e motivatissimo più che mai, entro in acqua a Porto Ronco (comune svizzero) con in mente solo un pensiero: Stresa! Due pompate per partire e sono già in volo di bolina con un angolo bello stretto.
Tempo di strategia: inizio a scrutare il Lago a grandi linee per sfruttare subito le zone di vento migliori al fine di risalire la lunga bolina con maggior efficacia e velocità.
Dopo circa 3 ore e 20 minuti (lunghi e faticosi) di navigazione non credevo a quello che finalmente stavano vedendo i miei occhi: sulla mia destra ecco Verbania con l’isoletta di San Giovanni e continuando a bolinare vedo l’isola Madre e l’isola Bella, “Non ci credo! Ce l’ho fatta! Stresaa!!! Davanti a me!”
Sono scoppiato a piangere dall’emozione … Ho ringraziato Dio di avermi dato forza e determinazione, mentre le lacrime scendevano recitavo: “Padre nostro che sei nei cieli …” Ho guardato il cielo e in cuor mio ho dedicato l’impresa a mio padre Giovanni sperando che lui mi ascoltasse, mi vedesse e che fosse orgoglioso di me.
Tempo di ritorno: “non c’è piu tempo per l’emozione devo muovermi!” Sono consapevole che il vento sta mollando e devo fare molti chilometri per rientrare a casa. “Sono solo!” Non c’è nessuno a sostenermi, nemmeno un gommone. “Rischio di rimanere in mezzo al lago senza vento!” Così parto e inizio la lunghissima poppa per riscendere fino in Svizzera.
Vedevo le montagne innevate della Svizzera lontanissime mentre pensavo: “forza e coraggio!”
Stava iniziando per me la vera impresa: il vento cala e mi trovo circa a qualche chilometro a valle di Laveno Mombello, inizio a perdere colpi, le energie calano e la poca aria mi costringe a perdere il volo. All’improvviso una brezza davvero quasi impercettibile riempie nuovamente la vela portandomi giù fino a San Pietro Ronchiano. Ma le Montagne Svizzere sono ancora molto lontane, la brezza si sta reintensificando leggermente portandosi a circa 4-5 nodi, il fuoco della mia Speranza si ravviva. Inizio a pompare energicamente per ripartire. In quel momento ho avuto addirittura paura di rompere la vela o l’albero, ma dovevo ancora tentare il tutto per tutto: 2 ore e sarebbe scesa la sera.
“Devo raggiungere Luino”, lì posso chiedere aiuto in caso di bisogno. Piano piano, con molta fatica a mantenere il volo, riesco ad arrivare a Germignaga, un paesino prima di Luino. A quel punto se avessi raggiunto le isole di Cannero dalla sponda opposta mi sarei immesso nel canale d’aria di Maccagno con Pino e Veddasca dove il vento solitamente è più forte.
Così è stato. Pompando all’impazzata e seguendo le raffiche mi porto sempre più in giù fino a raggiungere il noto e favorevole spot (per i windsurfisti della Madonnina).
Mi sento forte e conscio di farcela: mancano solo 15-20 km ed il vento finalmente un po’ più forte (6-10 nodi) mi consente di arrivare più rapidamente a Cannobbio, da lì ancora un bordo fino a Pino Tronzano.
“Ci sono! Manca poco, non mollarmi adesso!” Tre strambate mi permettono di puntare dritto alle isole di Brissago (Svizzera) dove si trova il mio traguardo.
“Solo 4-5 km ed è fatta! Dai, Pompa!” Vedo Brissago, ci sono! Non sto più nella pelle.
“Qualche centinaia di metri e sono a casa, ce l’ho fatta!”
Approdo precisamente nel punto dove sono partito un po’ per il rotto della cuffia dato che il vento proprio in quel momento stava girando contrario (da terra).
Sono consapevolmente fiero ed orgoglioso di me stesso: oggi 25 Aprile, festa della Liberazione, io Carmine Navarra ITA-881, un puntino microscopico dal satellite, a mia conoscenza sono l’unico ad aver attraversato col windsurf in foil il Lago Maggiore. Andata e ritorno in 4:51:37, percorrendo 104.53 km in solitario con il mio papà. A lui dedico il mio trionfo. Ti voglio bene padre, ovunque tu sia.”
source: Carmine Navarra ITA-881