Alberto Possati (Severne, Starboard, Al360) condivide con i lettori di RIWmag il suo report della Dunkerbeck Speed Challenge – Speedsurfing EU Championships 2015:
“Fuerteventura, Matas Blancas, pochi chilometri a nord di Sotavento. Dal 27 giugno al 3 luglio 2015 si è svolta la competizione voluta, dal 2014, da Bjørn Dunkerbeck per promuovere lo speedsurfing.
La baia che ospita la gara permette un run di soli 250 metri, come era già a Karpathos ai tempi della Speed World Cup; questo non consente di effettuare veri e propri record ufficiali (che possono essere omologati solo su distanze di 500 metri o del miglio nautico) ma permette comunque a molti rider di potere competere su una distanza “comoda”, che non affatica troppo, che permette a tutti di essere affrontata. Infatti, la bellezza di questo evento sta nella sua accessibilità: chiunque può partecipare, a condizione che sia in grado di navigare con 20 o più nodi di vento e sappia… andare dritto! Non importa se hai 46 anni e 41 titoli del mondo vinti (chi sarà mai?) oppure se di anni ne hai 11 e stai facendoti le ossa (Liam, suo figlio); oppure ne hai 72 e tanta esperienza (Eugen, papà di Bjørn). Non importa! Questo non vuol dire che all’evento non siano presenti atleti di grande qualità, anzi, ma tutti possono partecipare. Va detto che quest’anno le ragazze ed i più giovani (under 16) hanno gareggiato in heats separate dal gruppone degli uomini, anche per non affollare troppo lo speed strip.
Le velocità dell’evento sono registrate in modo diverso dalle gare di Speed World Cup (o International Speedsurfers Association, ISA) di qualche anno fa: qui non c’è bisogno del foto-cronometraggio, dei giudici WSSRC (World Speed Sailing Record Council) e di tutto ciò che ne seguirebbe: qui basta un GPS (il Locosys GT-31 è quello più usato) e alcuni giudici che ritirano le SD card dai dispositivi alla fine di ogni giornata, per analizzare i dati e stilare un ranking. Tutto qua. Niente display delle velocità a fine run, niente telecamere ad alta velocità… Nulla. Solo un GPS al braccio. Figo no?
Che attrezzatura viene usata, ad esempio qui al DSC 2015? I più professionali usano vele da slalom (dalla 7.8 alla 5.6, normalmente) e tavole da slalom piccole (~90l.) o tavole da speed medie (54 o 49, nei giorni più intensi). Chi viene per provare l’ebbrezza del run al lasco può però tranquillamente usare ciò che vuole, anche un’attrezzatura da wave. Per coloro che prendono le cose sul serio, molto del gioco si fa oggi anche sulle pinne, che come sempre sono essenziali, specialmente a velocità elevate; quest’anno si sono viste anche pinne asimmetriche, e c’è da dire che se è normale vederle a Luderitz per i record oppure a La Franqui per i test non ci si aspetta di vederle in una gara come questa. Ma quest’anno qualcosa si è visto.
Ormai sappiamo già che Bjørn ha vinto, con un bel margine, su tutti, nonostante il vento leggero che gli ha imposto di entrare in acqua quasi sempre con la 7.8. Sappiamo anche che Robert Hofmann ha vinto la classe Master ed è arrivato 4′ assoluto (NdR: in questo evento la classe master era over45 e dalla quale Dunkerbeck si e’ escluso). Altri tre amici italiani, Cristiano Rozzoni, Mattia Mojoli (vive a Fuerte) e Gerard Ten Berge (olandese ma italiano d’adozione) hanno partecipato in questa occasione al loro primo evento speed, dimostrando ottima consistenza, carattere e (non ultimo) cordialità … bene! Speriamo altri amici italiani possano essere presenti per l’edizione 2016, che è già una certezza. Io avrei voluto fare una gara almeno decente, ma non ci sono riuscito … ho portato roba piccola (l’anno scorso c’era vento forte …!) e con la 7.0 e lo slalom 87 proprio non riuscivo a planare, a parte qualche run un po’ triste … pazienza! Di sicuro, il più bel regalo è stato vedere mio figlio Leonardo, a 14 anni, felice e determinato, buttarsi nel run col suo freeride da 110 litri e la 5.7 da wave che Bjørn ci ha prestato. Credetemi, non mi importava più tanto che la mia gara fosse andata male, quando vedevo il suo sorriso a fine giornata. E ha imparato la partenza dall’acqua l’estate scorsa in Sardegna … meraviglioso.
Da queste ultime righe prendo volentieri uno spunto per un messaggio che vorrei lanciare a chiunque sappia andare dritto con vento sopra i 20 nodi e abbia una ragionevole voglia di provare sè stesso in un contesto spettacolare, insieme a tanti campioni ma anche a tante persone come lui: l’anno prossimo, se riuscite ad organizzarvi, venite e provate, o almeno venite a vedere. Questo è l’evento giusto, che Bjørn ha organizzato proprio per tutti, dai Pro agli amatori, fino ai principianti dello speed. L’atmosfera è giusta, si sta bene, è la più bella occasione che possiamo avere per vivere il nostro sport in una cornice splendida, senza che la competizione sia l’unico obbiettivo. Ne vale la pena!
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Ci vediamo al Dunkerbeck Speed Challenge 2016, mi raccomando!
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text: Alberto Possati 4 www.RIWmag.com
photo: John Carter / Dunkerbeck GPS Speed Challenge. Alberto Possati