Marco Rossi, Coordinatore Nazionale T293 e redattore news T293/RS:X : “ANCHE SE BRUCIA LA DELUSIONE DELLA MANCATA MEDAGLIA I GIOCHI OLIMPICI HANNO ESALTATO IL WINDSURF ITALIANO
A una settimana dalla conclusione dei Giochi Olimpici del windsurf e mentre Rio De Janeiro celebra la cerimonia finale che decreta la chiusura del grande appuntamento quadriennale, qualche osservazione sulla presenza della tavola a vela alla rassegna a cinque cerchi. Flavia Tartaglini non è riuscita nell’impresa di portare a casa una medaglia nel windsurf RS:X femminile, ma questo risultato finale non sminuisce una mirabile settimana, condotta quasi sempre in testa alla classifica, prima dopo ben dodici prove di qualificazione. Se ha dovuto abdicare ai suoi sogni in una medal race abbastanza anomala, sia nella ravvicinata distanza di punteggio tra le prime sei a stretto gomito di punti, che nelle situazioni meteo che sicuramente ne hanno condizionato i risultati, è assurdo, come si è letto in vari commenti apparsi sui social network, denigrare la sua presenza e i suoi risultati. Flavia avrà certamente sbagliato l’approccio alla regata finale (ma non dimentichiamo quanti celebrati mostri sacri hanno bucato l’appuntamento olimpico, e chi scrive è stato testimone diretto di quando Bubka, l’astista più celebre della storia, a Barcellona 1992 mancò tutti i tre salti di qualificazione e concluse anzitempo la sua avventura), ma ha comunque condotto una esemplare settimana di regate. Flavia non è arrivata a Rio per caso – anche questo purtroppo si è letto – ma da diversi anni ha ottenuto risultati lusinghieri, rimanendo per diverso tempo al vertice del ranking mondiale di specialità.
La medaglia d’oro è stata in ogni caso appannaggio di una grande atleta, la francese Charline Picon, che con Flavia aveva combattuto un’alternanza al vertice che ha reso avvincenti le regate olimpiche. In seconda posizione la cinese Peina Chen, e al terzo la giovanissima russa Stefania Elfutyna, che abbiamo avuto occasione di conoscere come protagonista di rilievo nella classe Techno 293. Il sesto posto di Flavia forse ci fa masticare lacrime un po’ amare, tuttavia non possiamo scordare che sul podio non sono salite né la campionessa uscente, la spagnola Marina Alabau, né la rappresentanti di due grandi scuole del windsurf femminile mondiale, Gran Bretagna e Israele, qui rappresentate da due atlete di spessore come Bryony Shaw e Maayan Davidovich. Grazie Flavia per le emozioni che ci hai saputo offrire e per una prestazione sull’arco della settimana agonistica che non ci ha fatto rimpiangere Alessandra Sensini, la signora della tavola che per ben sei edizioni dei Giochi ha rappresentato i colori italiani.
Ma se da Flavia ci si poteva attendere un exploit, davvero straordinaria è stata la partecipazione del nostro rappresentante maschile, il ventenne di Civitavecchia Mattia Camboni. Mattia è un figlio della filiera Techno-RS:X, campione europeo under 15 nel 2010 e campione mondiale RS:X Youth tre anni dopo in una emozionante serie di regate nelle acque di casa. Cresciuto in una delle culle del windsurf giovanile italiano, quella LNI Civitavecchia guidata per lunghi anni da Marco Corti, già fucina di altri campioni come Veronica Fanciulli argento ai Giochi Olimpici Giovanili di Singapore 2010 e Daniele Benedetti che si è fatto luce in diverse competizioni internazionali, si era posto l’obiettivo di entrare nella medal race. Con una tenacia rara alla sua età, non si è lasciato intimorire né abbattere per una giornata negativa che lo aveva momentaneamente allontanato dal sogno, recuperando in maniera mirabile, giungendo persino ad aggiudicarsi una delle prove successive. Il decimo posto nelle medal race che lo ha posizionato in analogo risultato nella classifica finale, è soltanto un punto di partenza per orizzonti futuri che potrebbero prospettarsi assai luminosi. Mattia è anche il prototipo di un atleta moderno. Essendo parte con Veronica della campagna di crowdfunding “Rio a tutti i costi”, è riuscito a calamitare l’interesse della cittadinanza attiva, un percorso che potrebbe e dovrebbe essere seguito da altri giovani che si pongono l’obiettivo dei Giochi. La sua popolarità è divenuta tale, che il suo ritorno a Civitavecchia ha ricevuto un’accoglienza “trionfale”. Dopo lunghi anni in cui il windsurf maschile ai Giochi Olimpici è stato solo la pallida ombra della luce emanata da Sensini, capace unicamente nei primi quadrienni, parliamo di anni Ottanta, di rispecchiare una reale gerarchia di valori, oggi ritorna alla ribalta, anche mediatica, con un grande protagonista. Grazie Mattia per aver tenuto alto il prestigio della nostra tavola a vela.
Questi giochi hanno anche segnato una seconda première. Prima dell’olandese Dorian Van Rijsselberghe nessun atleta era mai riuscito a bissare l’oro olimpico a quattro anni di distanza. Un campione di stile, un vero signore del vento. Onore anche al britannico Mike Dempsey, argento come a Weymouth 2012, e al francese Pierre Le Coq, bronzo transalpino.
Un’ultima osservazione ci fa riflettere sul fatto che nuovamente le vela italiana non ha conquistato medaglia alcuna. Ma quanti hanno colto l’occasione per scatenarsi sui social network per accusare la Federazione, i tecnici, i dirigenti e gli stessi atleti di chissà quali malefatte, forse non ripensano al fatto che la vela da sempre non è mai stata una cassaforte di medaglie per l’Italia. In cento anni di presenza ai Giochi, quante sono state le medaglie d’oro? Due, più una unofficial a Berlino nel 1936. Parliamo di Straulino e Sensini. E quante medaglie in tutto? Quattordici, con tante classi in acqua. E quindi perché parlare di disfatta? Allora che cosa dovremmo dire dell’atletica? Dove sono i Beccali, i Consolini, i Berruti, i Pamich, i Mennea, le Simeoni, le Dorio, gli Andrei, le May? Anche su piste e pedane, zero medaglie.
Voltiamo pagina, iniziando sin da ora a lavorare in prospettiva Tokyo 2020.”
Mattia Camboni sulla sua pagina facebook: “Nel nostro piccolo c’eravamo anche noi … Ma un grazie va anche da parte mia a tutti gli atleti italiani, e non, che ci hanno fatto emozionare, a tanti, ai troppi forse, che ricadranno nel dimenticatoio per i prossimi 4 anni, colpevoli di essere protagonisti di discipline cosiddette “minori”… Dove di “minore” non c’è l’impegno, il sacrificio, la rinuncia o il sudore, ma solo l’attenzione dei media e delle logiche di marketing..! Non vuole essere questa una polemica, ma un invito a tutti voi di continuare a seguire ed amare lo sport tutto, dai palloni che vengono presi a calci, alle vele che vengono spinte dal vento … W lo Sport, W l’Olimpiade, W gli Sportivi..!!!!#OlympicGames #Rio2016 #ItaliaTeam #ForzaItalia #WloSport#WlOlimpiade #WgliSportivi”
text: Marco Rossi, Mattia Camboni
Photos: World Sailing / Sailing Energy