Il 18 ottobre Matteo Iachino (Starboard, Severne Windsurfing, ZFoils, Prolimit), windsurfista dello Yacht Club Italiano, ha completato un’epica traversata dalla Sardegna a Livorno in 9 ore e 45 minuti, coprendo circa 200 miglia. Le condizioni meteo, con uno Scirocco deciso e onde di due metri, hanno reso la sfida estremamente dura. Partito da Cala Spada (Golfo Aranci) in Sardegna, ha raggiunto Livorno con punte di navigazione di quasi 35 nodi e una media oraria di quasi 20 nodi. Un risultato straordinario e una prova di resistenza e abilità nel windsurf.
RIWmag, dopo avergli lasciato un momento di riposo, lo ha raggiunto per un’ intervista.

RIW: Matteo, la tua traversata dalla Sardegna a Livorno è stata davvero straordinaria. Dopo la traversata dello scorso anno dalla Liguria in Corsica, cosa ti ha ispirato a intraprendere questa sfida epica?
Matteo Iachino: L’anno scorso era il sogno nel cassetto di tanti surfisti Liguri. Quest’anno volevo fare un’ impresa dal punto di vista della difficoltà e lunghezza. Nessuno aveva mai percorso la tratta del traghetto per andare/tornare dalla Sardegna a Livorno. Qualcuno aveva collegato in molti giorni la Sardegna con Piombino ma qui stiamo parlando di 100 km in più e in una giornata singola.

RIW: In questa ultima traversata quali erano le principali sfide immaginabili lungo il percorso? Che cosa ti aspettavi e quali sono stati gli imprevisti?
M.I.: E’ sempre difficile pianificare tutto. In origine le miglia erano 167 (punto-punto in linea retta), 287 km. Una tratta troppo lunga e troppi cambi tra mare aperto, costa e isole per sapere cosa mi poteva aspettare. Sicuramente un imprevisto è stato il poco vento lungo la costa corsa che mi ha tenuto nel centro del Tirreno, lontano da tutta la terra ferma che non ho visto per quasi tre ore dopo la partenza. Altro imprevisto un buco di vento dopo l’isola d’Elba perché sono passato troppo vicino alla costa e l’isola copriva. Ma ripeto, su 378 km ci sta …

RIW: Arrivato a destinazione hai affermato che questa è stata la tua esperienza in windsurf più difficile e che mai avresti pensato che sarebbe stata così dura. Che cosa ha reso questa traversata così impegnativa?
M.I.: La lunghezza. Spingere su un attrezzatura racing per 9.45 h è qualcosa di difficile da descrivere. Devi sempre stare concentrato sul pezzo. Dal punto di vista mentale non vedere terra e spingere per ore in mezzo al mare sperando di iniziare a vedere qualcosa è durissima. Ho anche avuto una bella caduta a Cecina a duecento metri da terra ormai a mezzora da destinazione.

RIW: Hai mai pensato di non riuscire a concludere l’impresa? Quali sono stati i fattori che ti hanno aiutato a non arrenderti?
M.I.: Si, prima dell isola di Montecristo ho iniziato a capire quanto sarebbe stata dura e lunga. E poi sicuramente all’Elba mentre non planavo devo ammettere che ci ho pensato.

RIW: Il tuo prossimo appuntamento agonistico è in Giappone per la tappa finale della Coppa del Mondo Slalom, dove sarà in gioco il titolo mondiale 2023. Restando però in tema di sfide extra gare, c’è qualche altro progetto epico che hai in mente per il prossimo anno? La traversata dell’Atlantico forse? (N.d.R.: risata)
M.I.: Si mi sto preparando per il Giappone. Ci siamo quasi. Per le sfide sicuramente il 2024 sarà un nuovo anno e il progetto “un solo mare per tutti “ andrà avanti. Sicuramente non farò l’Atlantico. Sono attratto dai nuovi orizzonti che ha aperto il foil per la navigazione in velocità su giornata singola. Fino a dieci anni fa sarebbe stato impensabile percorrere 400 km in un solo giorno partendo al mattino arrivando alla sera. Quindi vorrei mantenere i miei progetti sulla giornata singola.

interview: www.RIWmag.com
photo: courtesy Matteo Iachino