Massimo Masserini, atleta regatante italiano di grande spessore tecnico (campione del mondo master slalom IFCA 2006, campione del mondo FW GMaster 2009, CAMPIONE DEL MONDO GMaster FORMULA WINDSURF 2010) ma anche Psicologo Clinico, Psicologo dello sport, Pedagogista, Ipnotista e sessuologo clinico, professore all’universita’ Popolare di Bergamo Nicholas Flamel, ha preparato la sua quinta puntata per RIWmag.
Rivalutiamo la Sindrome di Peter Pan: è propio cosi sbagliato cercare di inseguire i propri sogni?
Peter Pan la celebre favola del ragazzino che non vuole crescere, che vive nella sua isola magica e incantata che non c’è: (Neverland). Vive ore sempre felici “senza termine” con amici, fate, animali parlanti, pirati esotici e il famoso Capitan Uncino, creature fantastiche e la fatina Trilly. Peter Pan, nella storia, nonostante l’amore di Wendy, decide di restare nella sua Isola a vivere sempre il suo sogno e la sua giovinezza spensierata.
La Sindrome di Peter Pan è intesa come condizione psicologica di chi non vuole crescere e diventare adulto. Solitamente i soggetti affetti da questo disturbo, sono adulti giovani, ma anche adulti maturi, che non vogliono maturare e si comportano costantemente come eterni adolescenti. Senza regole e responsabilità, incapaci di impegnarsi seriamente in qualsiasi cosa che sia di intralcio alla loro felicità spensierata.
Si tratta in genere di soggetti con un buon quoziente intellettivo che mirano solo alla gratificazione materiale e immediata, sono egocentrici, autocentrati, mirano solo al loro divertimento nel presente, perché per il futuro c’è sempre tempo. Difficilmente ascoltano consigli o suggerimenti. Non sono capaci di fare un lavoro critico introspettivo e incolpano sempre gli altri e la vita dei loro insuccessi.
Ma nonostante questi comportamenti, hanno ottime qualità e sono molto curiosi, utilizzano senza rendersene conto, il loro vero potenziale espressivo che è l’inconscio. Non seguono le regole imposte dalla società che vorrebbe “omologarli” tutti uguali agli altri, vogliono sempre distinguersi.
Sicuramente hanno avuto genitori oppressivi ed eccessivamente protettivi, che hanno, (per troppo amore a volte) eliminato ogni possibile ostacolo nella loro vita. In una sorta di campana di vetro assoluta nella quale nessun pericolo deve entrare: peccato pero’ che neanche loro possono “uscire” e fare esperienze. Spesso i loro genitori vengono definiti “spazzaneve”.
Ma le loro capacità e abilità sono compromesse? Direi di no! Anzi, nonostante gli evidenti limiti imposti da una educazione di questo tipo, i soggetti possono accettare l’esame di realtà se trovano il loro “obiettivo”, e molto spesso rivelano sorprendenti abilità proprio perché abituati ad agire seguendo quella voce interiore “ribelle” e un po’ “folle” che li rende capaci di imprese importanti.
Chi per esempio tra i surfisti, windsurfisti, scalatori, ecc … amanti degli sport a contatto con la natura, “liberi e ribelli”, non si è sentito dire almeno una volta: “ma quando crescerai?”
Peccato che questi soggetti definiti “ribelli” dimostrino qualità, capacità e coraggio da vendere e amano e rispettano la natura come nessun altro. Vivono la loro dimensione come dei sognatori, in attesa di entrare nella loro dimensione fantastica dove tutto diventa possibile e realizzabile. Nelle regole imposte dalle culture ci stanno stretti perché preferiscono inseguire i propri sogni e cosi’ crescere nella loro individuazione unica ed irripetibile, aumentando la loro autostima per avere compiuto imprese importanti, come surfare le grandi onde oceaniche, o aver superato i loro limiti.
Nel loro ambiente i migliori sono considerati eroi, stimati e ben voluti da tutti. Quindi perché non inseguire i propri sogni e fare della propria passione, dell’amore della loro vita e della loro scelta, un modo di vivere spensierato e felice, cercando un lavoro nuovo e stimolante che gli permetta di restare nella loro “Neverland”?
Sono soggetti che hanno seguito l’impulso del proprio inconscio desiderante direbbe Jaques Lacan. Oppure sono soggetti “affamati” e un po’ “folli” come disse Steve Jobs.
PS(IT): le foto utilizzate per accompagnare esteticamente questo articolo sono state inserite SOLO per mostrare in azione alcuni “eroi” del nostro sport che hanno realizzato i propri sogni. Ogni ulteriore riferimento e’ puramente casuale e assolutamente fuori dalla volonta’ dell’autore e dei responsabili di RIWmag.
PS(EN): the photos used to aesthetically accompany this article were included ONLY to show in action a few “heroes” of our sport who have realized their dreams. Any further reference is purely coincidental and absolutely out of the will of the author and of the RIWmag responsibles.
text: Massimo Masserini 4 www.RIWmag.com
photo courtesy: Naish Windsurfing, © Red Bull Media House, Luderitz Speed Challenge 2015, Björn Dunkerbeck, RIWmag