Anche se non e’ uno dei personaggi ufficialmente piu’ in vista di sicuro e’ uno degli elementi portanti dell’Associazione Italiana Classi Windsurf. In un ambiente predominato dalla presenza del sesso maschile e’ una delle poche donne sempre attive sul campo, non quello delle regate ma quello organizzativo: tanto carattere ed una notevole capacita’ a sopportare e gestire grossi carichi di lavoro. RIWmag ha intervistato Michela Vacca, coordinatrice dell’ AICW.
RIW: Buongiorno Michela. Da qualche anno sei la coordinatrice dell’Associazione Italiana Classi Windsurf. Quali sono le mansioni e le responsabilita’ che ti competono?
Michela Vacca: Sono entrata a far parte dell’Associazione effettiva dopo le dimissioni della precedente Segretaria, per proposta in assemblea di Francesco Prati e Andrea Polloni, in un periodo di piene regate e quindi complesso, ma mi son rimboccata le maniche. Per le mie mansioni reali mi dovrei occupare solo dei tesseramenti e delle classifiche nazionali, ma alla fine seguo un pò tutto rispondendo alle mail ed aiutando gli atleti su info varie (spesso rimango sveglia a rispondere fino a tardi ai ragazzi anche e soprattutto quando ci sono gare importanti); seguo poi le classifiche e cerco di creare contatti e convenzioni per dare dei servizi nuovi ai Soci (vedi l’Hotel La Coluccia). Mi sono occupata, e tuttʼora mi occupo, anche della realizzazione di tutte brochure e di altri aspetti informatici come la newsletter grazie al mio bagaglio di conoscenze lavorative, soprattutto dando anche spinta ai social network fino ad arrivare alla parte grafica. Poi cerco contatti con aziende, mi occupo della gestione effettiva nelle regate andando in barca a fare assistenza da ex regatante (i miei predecessori non lo facevano), tanto che ormai io e Claudio Alessandrello siamo un team super e lo ringrazio perchè proprio lui mi ha insegnato molto sulla gestione delle regate di windsurf insieme ad un altro grande giudice che è stato Massimo Lucchesi.
RIW: Da quanto tempo sei nell’ambiente del windsurf? Pro e contro (secondo il tuo parere) del mondo della tavola a vela in Italia.
M.V.: Sono una delle vecchie socie del Windsurfing Club Cagliari, surfista da onda ex regatante Hobie Cat 16, sicuramente sono da tanto nell’ambiente addirittura fin dai tempi del CIF. Ho seguito questo mondo come fotografa ed appassionata ed ora lo seguo dall’interno vedendone le difficoltà rispetto al passato quando c’erano grossi sponsor come la Merit e cʼerano dei numeri molto più alti. Oggi il mondo delle tavole a vela ha in Italia una situazione complessa ma con il vantaggio di avere un territorio tra i più belli del mondo e con una varietà di spot incredibili. Abbiamo degli ottimi talenti non solo nello slalom ma anche in altre classi della tavola a vela con dei posti spesso invidiati da altre nazioni, vedi gli stessi tedeschi che vengono in Sardegna o al lago di Garda per uscire e divertirsi. Abbiamo inoltre delle grandi aziende del settore che hanno origine in Italia, vedi RRD e Challenger Sails, ora anche 99novenove e Point-7. Forse quello che manca è la formazione come al contrario accade in Francia dove viene data anche nelle scuole, formazione sia per la vela che il windsurf o il surf da onda, ed in questo particolare aspetto la Federazione Italiana Vela dovrebbe essere più attenta e presente, ma con piccoli passi si è iniziato a smuovere qualcosa anche se la strada è lunga. Si dovrebbe avere una visione a 360° e dedicarsi non solo alle classi che sono olimpiche in quel momento ma a tutte le discipline: non dimentichiamo che alle Olimpiadi vanno in due soli atleti e non tutti son in grado di arrivare a tali sforzi. Pertanto si dovrebbe fare una selezione degli stessi e smistarli in altre discipline. Purtroppo poi in Italia il calcio ha più attenzione e gli sport e discipline minori ne risentono per la ricerca anche di sponsor. Noi abbiamo molti appassionati ma spesso sono cani sciolti, cosa questa negativa per il movimento windsurfistico Italiano e, tanto per fare un esempio, abbiamo lanciato la campagna per i Soci sostenitori che voleva stimolare che non solo i regatanti possono fare parte dellʼAssociazione, ma anche i singoli individui: creare un gruppo per far capire che l’unità porta vantaggi, vedi gli sconti presso anche servizi di trasporto, traghetti, aberghi ect… Essere Soci con 15€ porta vantaggi notevoli in sconti su servizi. La crisi attualmente in Italia poi non aiuta le famiglie, che spesso riscontrano difficoltà nell’acquisto di materiali, a far fare gli allenamenti ai propri figli o mandarli alle regate e ciò risulta complesso non solo per la nostre Classi. Sicuramente una domanda che andrebbe analizzata e sviscerata più a fondo è quella sugli aspetti pro e contro della tavola a vela e penso che, forse, se ci fosse una maggiore unità sarebbe più semplice trovare risorse per apportare degli aiuti su più fronti (vedi rimborsi sia alle famiglie che agli stessi giudici FIV che spesso per le nostre regate non ci vengono rimborsati almeno delle spese dalla Federazione e quindi sono completamente a carico di AICW). Per chiudere ora vedo tanti frazionamenti non utili alla crescita e spero che in futuro questa situazione cambi.
RIW: Tuo marito e’ Carlo Cottafavi, presidente dell’AICW. Questo doppio ruolo familiare – professionale rende le cose piu’ efficaci oppure e’ complicato a volte separare i ruoli?
M.V.: Difficile separare i ruoli. A volte io e lui abbiamo una visione differente di certe situazioni inerenti l’Associazione e cosi discutiamo su diverse cose; io da tecnico informatico ed ex responsabile marketing cerco di aver un occhio attento a quelli che sono gli aspetti della comunicazione dei social e alle esigenze di tutti, anche se mettere tutti d’accordo è difficile e spesso questi aspetti in passato sono stati trascurati e non vi era molta attenzione per tutte le discipline. Per il fatto poi che il Presidente è anche mio marito, per aiutarlo faccio spesso cose che non dovrei fare per mia mansione e per far risparmiare costi all’Associazione e magari poterli usare per rimborsi per altre cose, esempio l’ultima realizzazione di un modulo on-line per la campagna Soci Sostenitori o per semplificare le procedure di tesseramento o dare aiuto sulla grafica e realizzazione di brochure. Sicuramente questo rende più efficace e snello il funzionamento di un associazione, vedi anche i numeri in crescita dei soci aumentati da quanto sono presente con Carlo. Tuttavia vi confesso che tutto ciò in molti casi può essere stressante perchè a volte ti porti i problemi del lavoro dentro la famiglia e avere a che fare con certi personaggi del mondo del windsurf è una grande rottura (a volte mi sembra più semplice seguire un cane mordace nel suo recupero comportamentale). Spesso, soprattutto nell’ultimo periodo, ho pensato di tornare al mio vecchio lavoro di informatico e grafico/fotografa e dedicarmi agli animali da volontaria animalista, cosa che tra lʼaltro ancora faccio.
RIW: Come vedi il futuro del windsurf agonistico in Italia?
M.V.: In crescita anche se con mille difficoltà e sciacalli di ogni tipo attorno. Forse troppi pensano al proprio torna conto senza un vero spirito di crescita per lo stesso sport e per aiutare l’Associazione (intesa come tutti gli atleti). Molti dimenticano che l’Associazione è fatta da tutti noi e solo uniti si portano i risultati e si và avanti (gente che non ha la minima idea della gestione di associazioni sportive come la nostra) … I numeri del windsurf attuali sono ancora piccoli rispetto ad altre realtà sportive e riuscire a far promozione senza la solita demagogia distruttiva dei singoli potrebbe essere utile. Ritengo che l’attenzione deve esser data soprattutto alle nuove leve, vedi la scelta del progetto giovanile, solo così l’AICW avrà un futuro. Negli ultimi anni abbiamo visto la crescita di talenti come il nostro compianto Alberto Menegatti, Matteo Iachino, Malte Reuscher, Bruno Martini ed Andrea Ferin (senza dimenticare i Romano, Onali ecc.) anche nel circuito professionistico PWA, dandoci evidenza che la strada intrapresa è quella corretta, cosi come il riconoscimento di nuovi talenti in quelle che son le discipline artistiche, vedi un Passani e Tagliafico o un Jacopo Testa o Mattia Fabrizi nel freestyle così come nel Wave con nostri atleti che si affacciano anche nei circuiti esteri … Io spero sempre di vedere anche un mondo windsurfistico italiano più tinto di rosa anche magari iniziando con una gara zonale con tessere come la oneshot con la quale si è cercato di rendere più fruibile questo mondo agonistico, anche quando la parte burocratica della legge in Italia non aiuta certo a semplificare le cose per un amatore nell’avvicinarsi all’agonismo. Sicuramente l’Associazione con questo Direttivo sta provando in tutti i modi a tentare nuove strade ma vedremo con il tempo se sono quelle giuste. In ultimo vorrei ringraziare tutti i Consiglieri per il grande lavoro che fanno, specialmente Cristiano e per tutto il lavoro che mi danno (datevi una calmata che non ce la faccio …) e poi quel sant’uomo di mio marito Carlo che mi sopporta tutti i giorni così come io sopporto lui … nel bene e nel male … e aggiungerei nel sale, quello del nostro amato mare! Un grazie a te Ezio e un saluto a tutti i lettori di Riwmag.
interview: www.RIWmag.com
photo: www.RIWmag.com, Paolo Montanari / WGS, photo: Emanuela Cauli / WGS, courtesy Michela Vacca