Quando perde la pazienza in gara sa essere polemico ma chi lo conosce di persona ne parla come un ragazzo d’oro! Sicuramente Mattia Fabrizi (Patrik, Sailloft, SBT, Rideengine, Tecnolimits, DaniloLanteriBoards&Fin
RIW: Ciao Mattia, andiamo subito al dunque: nuovi sponsor, Patrik, Sailloft e Tecnolimits. Come hai preso questa decisione?
Mattia Fabrizi:Ciao, che dire … dopo diversi anni arriva il momento di voltare pagina ed accogliere nuove sfide e nuove “avventure”, Patrik , Sailoft, Tecnolimits e Rideengine sono ottimi marchi in crescita e da parte mia non vedo l’ora di continuare “a crescere” con loro! Ringrazio tutti per l’opportunità e il supporto ed inoltre un grazie speciale ad ABC Chiropratica per il “supporto” alla mia schiena malandata e al “procuratore” Fabio Tampieri in arte “il nonno”.
RIW: Sei stato con il team Fanatic/North Sails per diversi anni, qual era il tuo ruolo e quali sono state le migliori soddisfazioni?
M.F.: Ho trascorso alcuni anni nel Team Fanatic / North, e qui colgo l’occasione per ringraziare il Team per il supporto datomi in tutto questo periodo nel quale ho avuto anche delle belle soddisfazioni come vincere il Campionato Italiano Freestyle nel 2011, il 7mo posto a Sylt nel 2016 nonche’ il 12mo posto overall PWA 2016, ma anche diversi ottimi piazzamenti nell’ E.F.P.T. tra i quali il 1mo posto a Lefkada nel 2011, oppure il 1mo posto alla Shaka Bump and Jump nel 2010 e nel 2012, per quanto riguarda il mio ruolo nel Team era quello di Atleta National e quindi partecipare alle gare promuovendo in questo modo i marchi soprattutto in Italia.
RIW: Hai chiuso il 2016 con una grande gara a Sylt, un ottimo 7° posto. E’ stata la tua gara migliore? Cosa ci racconti di quei giorni?
M.F.: Sicuramente Sylt è stata la mia miglior gara nel PWA soprattutto per il risultato ottenuto, come dire, la ciliegina sulla torta, ma la gara che mi ha dato piu’ “adrenalina” è stato il mio 4 posto all’EFPT in Sardegna a Coluccia nel 2010, avevo 18 anni ed era la prima vera gara “internazionale”. Surfare con i campioni che fino ad allora avevo ammirato nei video o sulle riviste, con condizioni di vento eccezionali e con ben tre double raggiungendo un risultato insperato, ecco quello è stato come toccare il cielo con un dito.
RIW: Hai trascorso un periodo di allenamento in Brasile, qual è il tuo programma di preparazione in vista della nuova stagione di gare? Quali sono i tuoi obiettivi?
M.F.: Mi sono allenato per 2 mesi in Brasile ed adesso sono in Sud Africa per continuare i miei allenamenti in previsione delle prossime gare PWA. Purtroppo quest’anno potro’ partecipare solo ad una gara EFPT, dato che per regolamento i primi 12 atleti nel ranking PWA potranno partecipare ad una sola gara EFPT. Per quanto riguarda i miei obbiettivi, sono gli stessi di sempre da quando ho iniziato a fare le gare, e cioè dare il massimo per raggiungere il miglior risultato possibile.
RIW: Segui un programma di allenamento anche fuori dall’acqua?
M.F.: L’ allenamento in acqua lo vedo un po’ come andare in palestra, personalmente finora non ho mai fatto palestra, mi sono allenato sempre in acqua anche se ora l’amico Dott. Andrea Carlucci di ABC Chiropratica mi sta convincendo a fare un po’ di preparazione atletica, che sicuramente male non fa … staremo a vedere.
RIW: Il freestyle in Italia è in un momento particolare, cosa ne pensi? Secondo the cosa servirebbe per ridare slancio al movimento?
M.F.: Credo che il freestyle in Italia sia in continua evoluzione, ho visto molti ragazzi soprattutto a Porto Pollo attratti da questa disciplina, dalla spettacolarità delle manovre e della continua ricerca di nuove, secondo me ci sarebbe bisogno di fare piu’ gare anche solo ad ambito locale al fine di sponsorizzare questo sport in generale ed il freestyle in particolare, gare con vento adeguato per dare la possiblità agli atleti ed a chi vuole iniziare a confrontarsi in gara, di esprimersi al meglio e mostrare quanto possa essere divertente. Rantolare in acqua alla ricerca di una raffica non piace a nessuno, ne’ a chi fa la gara ne’ tantomeno agli spettatori, capisco poi che l’organizzazione di una gara abbia dei costi notevoli, cosi’ come l’acquisto dell’attrezzatura anche se il mercato dell’usato possa essere molto utile in questo, pero’ se non vogliamo vedere questo sport morire lentamente dovremmo fare tutti del nostro meglio per cercare di avvicinare sempre piu’ persone.
RIW: L’estate scorsa hai fatto l’istruttore a Porto Pollo, meglio una gara di coppa del mondo o veder progredire i propri allievi? Com’è il Mattia istruttore?
M.F.: La scarica di adrenalina che ti da’ una gara difficilmente riesci a raggiungerla in altre situazioni, ma anche l’entusiasmo con cui un allievo sale per la prima volta su una tavola, oppure quando cerca di chiudere quella manovra provata centinaia di volte, il modo in cui ti si affida totalmente per imparare e la gioia che dimostra una volta raggiunto l’obiettivo, anche questo da’ grande soddisfazione! Sicuramente sono molto orgoglioso dei risultati raggiunti dai miei allievi quasi quanto sono orgoglioso dei risultati raggiunti in gara!
Mattia come istruttore cerca di essere il piu’ possibile paziente, empatico e coinvolgente, mi auguro di esserci riuscito, e che le persone a cui ho insegnato i “primi passi” possano trarne il divertimento ed il beneficio che ne traggo io ogni volta che salgo su una tavola e che continuino a divertirsi.
RIW: Torniamo al cambio di sponsor. Quali saranno le tue responsabilità? Hai già avuto modo di provare il nuovo materiale?
M.F.: Adesso sono in Sud Africa per due mesi e mezzo e quindi avrò l’occasione di provare tutto il materiale nuovo in vista della prossima stagione. Per il momento ho fatto qualche uscita wave con la 4.7 Curve e il Quad 81 e con il freestyle 93 e la 4.4 Quad. Mi sono trovato subito bene con tutto il materiale, le tavole sono molto veloci e facili da manovrare mentre le vele hanno una buona potenza ma allo stesso tempo sono facili da gestire anche in condizioni di vento forte. Il resto è ancora tutto da provare ma sono contento di questo inizio.
interview: Marco Livraghi 4 www.RIWmag.com
photo: Mattia Fabrizi