AUTORE: METEOEVENTI – [email protected]
Hang loose amici di RIW e di METEOEVENTI. Eccoci tornati con un nuovo appuntamento con la meteorologia. Questa volta inizieremo a parlare delle nuvole, di come si formano e di quali segnali a volte possono fornirci per capire che tempo sta per arrivare. Un argomento molto interessante e pratico che necessita di essere diviso in due parti.
In questo primo appuntamento parleremo della loro formazione, classificazione e nomenclatura. In un secondo e prossimo appuntamento, affronteremo, invece, quali segnali premonitori esse possano essere per la comprensione di tempo, buono o brutto, in arrivo.
Le nuvole … belle, soffici, colorate manifestazione della natura che, attraverso la trasformazione dell’energia e partendo da un gas muta quest’ultimo in piccole goccioline d’acqua o piccoli granelli di ghiaccio che, aggregandosi in sospensione nell’aria, prendono le forme più disparate dalle più belle, leggere e rassicuranti, alle più cupe, pesanti e temibili.
Come si formano le nuvole? Uno dei composti presenti in atmosfera, o meglio nella prima parte di atmosfera che si trova tra il suolo e i 10.000 – 12.000 metri (la cosiddetta troposfera) è il vapor acqueo, ovvero l’acqua allo stato gassoso ed invisibile. Per poter formare una nuvola, il vapor acqueo deve compiere una trasformazione di fase, ovvero passare dallo stato gassoso allo stato o liquido (condensazione) o solido (brinamento). Questa trasformazione di fase è possibile attraverso un raffreddamento del vapore acqueo. Esso, infatti, raffreddandosi condensa attorno a delle piccole impurità dell’atmosfera dette nuclei di condensazione (come pulviscolo, micro particelle di sale o sabbia in sospensione, particelle prodotte dalla combustione, lo smog) sino a formare delle piccolissime goccioline di acqua o cristalli di ghiaccio, che poi aggregandosi, formano gocce sempre più grosse. L’insieme di milioni di queste gocce dà luogo alla nuvola.
Quindi, elemento indispensabile per la formazione delle nuvole è il raffreddamento del vapore acqueo. Questo processo è possibile “semplicemente” innalzando una molecola di vapor acqueo in atmosfera, perché in troposfera (i primi 10 – 12 km di atmosfera), mediamente la temperatura diminuisce con la quota. “Ma mica posso prendere una molecola di vapor acqueo e portarla in montagna diamine!!!” E’ vero … ci pensa Madre Natura a farlo.
Il sollevamento del vapor acqueo può avvenire principalmente per tre motivi:
• ascesa spontanea a causa del troppo caldo;
• ascesa forzata per la presenza di un ostacolo;
• ascesa forzata per la presenza di una struttura meteorologica.
Il vapore acqueo si solleva in atmosfera a causa del troppo caldo.
E’ quello che succede normalmente e frequentemente nei mesi estivi, quando il forte irraggiamento solare rende l’aria a contatto con il terreno molto calda e umida (carica di vapor acqueo). Riscaldandosi l’aria diventa più leggera e tende a salire in verticale verso livelli atmosferici più alti dove si raffredda e condensa.
L’aria in movimento trova, nel suo moto, un ostacolo (montagne, colline) e, se possiede velocità e umidità sufficienti, comincia a risalire i versanti sottovento. In questo modo si raffredda e, condensandosi, forma goccioline di acqua che costituiranno tutte assieme una nube.
L’aria incontra un ostacolo invisibile. Una massa d’aria con caratteristiche termiche e dinamiche molto diverse i fronti (caldi o freddi). Quando queste strutture si muovono sono come delle vere e proprie montagne (più ripide nel caso di un fronte freddo, meno ripide nel caso di un fronte caldo) per cui scalzano l’aria presente innalzandola in atmosfera. In questo modo si ripete il fenomeno della condensazione e della formazione delle nuvole.
A questo punto è d’obbligo fare una classificazione delle nubi. Esse si differenziano per l’altezza dal suolo alla quale si presentano e per la presenza al loro interno di gocce di acqua o cristalli di ghiaccio. Le classifichiamo, quindi, in nubi basse, medie o alte.
Le nubi basse sono quelle nuvole formate da gocce di acqua in sospensione che si presentano a quote che vanno dal suolo fino ai 2000 metri (sopra il livello del mare).
Tra queste elenchiamo gli strati, i cumuli e gli stratocumuli.
Le Nubi medie formate da goccioline di acqua e da cristalli di ghiaccio, si trovano a quote tra i 2000 metri e i 6000 metri. Tra esse annoveriamo i nembostrati, gli altostrati e gli altocumuli.
Le nubi alte si trovano a quote superiori ai 6000 metri e a volte riescono ad arrivare fino al limite della troposfera (ovvero fino a quote intorno ai 10.000 – 12.000 metri. A queste quote le nubi sono formate principalmente da ghiaccio in sospensione. Troviamo i cirri, i cirrocumuli, i cirrostrati.
Citiamo, inoltre, un tipo di nube che può occupare da uno a tutti e tre i livelli elencati a seconda dell’energia in gioco, ovvero i cumulonembi, quelle imponenti colonne grigie tipiche dei forti temporali estivi. Essi si formano negli strati bassi dell’atmosfera e cominciano ad occupare i livelli superiori. Se l’energia in gioco e sufficiente, essi possono spingersi fino ai limiti della troposfera.
Nel prossimo appuntamento vedremo più nel dettaglio le nuvole elencate e se e come esse possano darci dei suggerimenti sul tempo tramutandosi in vere e proprie premonitrici del tempo che farà.
Per ora SHAKA a tutto il polo di RIW e … stay tuned with METEOEVENTI
text: www.RIWmag.com
photo courtesy: METEOEVENTI