Maurizio Sorosina scrive un aggiornamento su quanto sta succedendo in questi giorni sul Lago D’Iseo a proposito di alcune situazioni che rischiano di compromettere l’attivita’ windsurfistica locale:
“è intorno alla metà degli anni settanta che il windsurf approda sul lago d’Iseo. Da allora centinaia di surfisti sono rimasti o si sono succeduti veleggiando sul lago, di cui hanno avuto modo di apprezzarne i venti.
In particolare presso il Corno di Predore, rinomato per il vento da nord che soffia ad inizio mattinata nei mesi piu’ caldi.
Inizialmente non era presente nessuna struttura in loco, e le auto venivano posteggiate lungo la strada, ai cui margini crescono con le radici nelle acque dei cipressi della virginia, piante molto particolari, impiantate in pochissime zone d’Italia.
Qui vi erano poche piazzole, per il resto le auto venivano posteggiate infilate sul rettilineo li presente.
L’entrata in acqua nel 2005 è stata resa piu’ agevole grazie ad un pontile realizzato dalla locale comunità montana, espressamente per il windsurf, seguendo i consigli dei surfisti durante la costruzione.
Le opere sul lago non si fermano qui: nel 2012 è stata completata una pista ciclopedonale, realizzata sul fianco della montagna, dentro cui la strada devia con una galleria, a nord dello spot.
L’area è da sempre stata soggetta a frane, tanto che sono state realizzate protezioni a rete e tratti di coperture a galleria, con un pesante impatto visivo dal lago.
Pochi giorni dopo l’inaugurazione di questo tratto, realizzato con un importo di circa un milione e mezzo di euro, la frana di un grosso masso portava il sindaco ad emettere una ordinanza di chiusura per motivi di sicurezza.
Tuttora la pista è chiusa e negli scorsi mesi invernali un’altra frana ha coinvolto buona parte della strada, che è ceduta nel lago.
L’attività windsurfistica era nel frattempo proseguita, tuttavia negli anni scorsi era giunta la voce di una ciclopedonale, che avrebbe di fatto tolto perfino quelle poche piazzole che offrivano posteggio al pontile espressamente realizzato in precedenza, che durante le altre ore della giornata risultava prezioso anche per sommozzatori, pescatori e bagnanti.
Non solo, proseguendo sino al paese di Predore, avrebbe cancellato ogni possibilità di lasciare l’auto su tutto il tratto di costa, togliendo di fatto anche un piazzale fruito da freeclimbers per raggiungere una falesia conosciuta a livello regionale.
Nonostante il progetto di tale pista fosse non definitivo, nonostante bozze di progetto presentate dai windsurfisti, nell’incontro organizzato tra il sindaco di Predore (seppure disponibile all’ascolto) e una ventina di rappresentanti (windsurfisti, sommozzatori, freeclimber), non fu possibile trovare nessuna soluzione a questa pista, apparentemente voluta dall’alto a livello sovracomunale.
Da tre anni ormai la realtà attuale consiste in un molo costruito ad hoc, oramai del tutto privato di un servizio posteggio, sostituito da un tratto di pista realizzata togliendo piazzole, sporgendosi con solette sul lago e tagliando i rami dei cipressi.
Essendo ciclopedonale e non ciclabile di fatto questa pista non è frequentata dai ciclisti sportivi ma da poche persone che passeggiano.
Inizia dal nulla della strada chiusa per frana e finisce nel nulla, per pochi chilometri, senza raggiungere il paese; dal lato del lago vi è il contrasto tra i rami delle piante e l’acciao zincato dei tubolari scelti per la pesante ringhiera, dall’altro lato vi è un metro di aiuola con guardrail, per norme di sicurezza sempre piu’ restrittive, che la rendono estremamente larga.
Piu’ in la’ la pista si è ridotta ad un solo metro di larghezza, rispettando il terreno di una villa di recente ristrutturazione ed un’altra abitazione privata.
In quel tratto i cartelli per altezza massima e i pali di cartelli stradali sono posati a venti cemtimetri uno dall’altro.
La careggiata vicino allo spot invece risulta quindi molto ridotta rispetto al passato per cui lasciare l’auto sul lato strada comporta un’esposizione maggiore.
Tali posteggi, seppur generalmente tollerati, danno chiaramente disagio a chi posteggia e chi transita, ogni anno ciclicamente capitano una serie di situazioni con avvertimenti, tentativi, pressioni, rendendo veramente frustrante la frequenza dello spot, tanto da portare in alcuni casi al suo abbandono.
Vittime della situazione i surfisti, in una incomprensibile visione del territorio che ha anteposto una ciclopedonale priva di ogni attenzione verso un posto dalla bellezza e dalle caratteristiche uniche, fallendo quindi nella promozione del territorio.
Piu’ attenzione ci sarebbe potuta essere, allo stesso ordine di cifre, con una pedonale piu’ contenuta, offrendo il medesimo servizio, non sovradimensionata ne’ invasiva per il contesto ambientale e risolvendo il problema posti auto con soluzioni mirate!
Dovrebbe essere il momento di interrogarsi cercando di riparare agli errori passati.
L’auspicio dei surfisti è che si possa evitare tale scempio almeno nel completamento della pista, che impatterebbe sul restante tratto di costa, investendo piuttosto in soluzioni che possano permettere un posteggio agevole e sicuro per tutti, nello spot migliore del lago d’Iseo.
E’ con tale intento che è stata promossa una petizione su change.org (www.change.org/p/autorit%C3%A0-di-predore-e-tavernola-e-comunit%C3%A0-surfisti-riaprire-i-parcheggi-per-i-surfisti-del-corno-surfano-l%C3%AC-da-37-anni?recruiter=42507730&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=autopublish) che verrà presentata ai sindaci dei paesi interessati.
Dal Sebino quindi parte una richiesta di aiuto a tutti i windsurfers e simpatizzanti con la loro firma nella petizione.”
Ovviamente RIWmag rimane a disposizione delle autorita’ locali che vorranno dare un contributo costruttivo al dibattito e alla ricerca di una soluzione equa ed equilibrata per tutte le parti in gioco.
source & photo: Maurizio Sorosina