Ecco un estratto della storia del Sardinia Windsurfing Museum:
Quella casa ai lembi della bella e lunga spiaggia bianca di Solanas, nella Sardegna sud orientale, era la dimora di uno dei tanti surfisti della prima ora, che a Cagliari e dintorni avevano visto nascere e poi scatenarsi questo nuovo verbo del correre nel vento, come cavalieri su puledri focosi tenuti per le redini.
Da tutto questo, nel terzo millennio, appariva un’epoca ormai sfumata e lontana.
Vittorio, che della casa era il padrone, le sue belle tavole le aveva, e quelle giuste non stavano certo impalate a terra. La sua seconda divisione, il suo amato Windsurfer, i Mistral, i Fanatic usati ai bei tempi delle regate Funboard, quelli stavano gelosamente al sicuro, al coperto dentro il garage e qualcuno anche in salotto, come pezzi d’arredo.
Naturalmente il rito annuale di metterli in acqua si ripeteva tutte le estati e quello era il momento in cui le vecchie e gloriose vele triangolari riprendevano il vento, con nostalgica simpatia per i bei tempi andati, gli anni 70 e 80. Non mancava mai chi per l’occasione, nonostante l’improbabile aspetto del fisico segnato dai decenni, non chiedesse di poterci salire e riprovare quella tavola con cui quando era giovane e capellone andava a surfare felice.
Era sempre bello vedere risalire su un windsurf chi, allontanato dal tempo e dal veloce evolversi di questo sport, metteva in acqua un vecchio All Round degli anni 80, risvegliando quindi passioni ed emozioni che sembravano dimenticate.
Mauro, che lavorava presso un centro di raccolta della differenziata, all’ennesima richiesta di intervento per lo smaltimento di un surf, cominciava a lasciare il suo numero di telefono, assicurando al richiedente lo smaltimento, dicendo che questo eccentrico surfista sarebbe intervenuto molto più velocemente del camion della loro raccolta, che altrimenti sarebbe passato settimane dopo.
Grazie a questa operazione, numerosissime belle tavole di oltre trent’anni fa, sono state cosi recuperate e salvate dal destino di diventare trucioli di materiale plastico eco smaltibili. Il rovescio della medaglia non ha tardato però a rendersi palese. Una piramidale catasta di windsurf cominciava ormai ad erigersi, svettando oltre il pur alto muro di cinta di casa di Vittorio.
Poi, in un caldo pomeriggio di mezzo agosto, si affacciò al cancello di casa un amico, Pietro Porcella. Personaggio storico dei anni roventi del surf, celebre per le sue conoscenze ed esperienze giornalistiche in giro per il mondo, padre di due grandi e giovani campioni surfisti del momento Francisco e Niccolò, nonché anche lui come Vittorio nostalgico dei tempi andati.
In realtà Vittorio, vedendolo venirgli incontro con un saluto e un abbraccio, in cuor suo pensava che il buon Pietro, piombatogli all’improvviso, fosse lì più per sperare in una buona e fresca birra a buon mercato che altro. Così, l’invito a mettersi a chiacchierare all’ombra con qualche Ichnusa sul tavolo risultò più che azzeccato. Parlando del più e del meno, Pietro, bicchiere in mano posò lo sguardo sui totem piantati e chiese quanti di quelli potevano ancora andare per mare. Il padrone, con mal velata soddisfazione, gli assicura che ne aveva almeno una ventina in grado di essere montati di tutto punto. Se solo si trovassero ancora in giro tante persone in grado di saperli usare. Chissà, sarebbe bello rivederli un giorno tutti insieme veleggiare in mare come ai bei tempi! L’euforico ottimismo del buon Pietro salì quindi in cattedra: “E che ci vuole?”, il suo tono era deciso e perentorio, “Prendo il telefono e te ne trovo quanti ne vuoi! Decidiamo una data e facciamo una bella veleggiata storica, ci penso io ai dettagli, tu prepara i windsurf, cominciamo a chiamare da adesso. Potresti darmi il tuo telefono che il mio ha finito il credito…?”. È iniziata così, una serie di veleggiate estive stile vintage che, anno dopo anno, hanno migliorato rendendo Solanas, per una volta all’anno, la capitale del windsurf storico cagliaritano.
Presidente di Solanasurf era il solito Vittorio, ma la vera anima che agiva da motore e collante della società era Claudia. Una ragazza bionda surfista che, per la sua giovane età, naturalmente non aveva mai avuto modo di conoscere o vedere un Windsurfer o un Mistral Kailua o roba anni 80. Manco era nata ai tempi. Ma la tenace novella surfista, a furia di bazzicare fra i totem dei tempi che furono, presa familiarità e conoscenza dei materiali, ha finito per diventarne essa stessa competente e appassionata esperta. Non mancando quindi di rifilare, alla prima occasione, ai novelli surfisti, un tavolone con deriva old anni ottanta, con la quale apprendevano l’arte di windsurfare anche grazie alle sue preziose lezioni.
Ed è proprio nell’edizione del 2017, finita la scorribanda di gruppo e passati alle logiche e inevitabili bevute sotto il chiosco di canne, che Pietro Porcella, con tono pacato e serio, finisce per ricordare a tutti che stavamo entrando nel giubileo della nascita del windsurf: i cinquant’anni dalla sua invenzione californiana. Mandato giù l’ennesimo boccale di bionda ghiacciata, Pietro confessa a tutti che il windsurf è stato la sua vita dandogli tantissimo. E a modo suo voleva far qualcosa, ricambiare in un modo o nell’altro questa sua passione che lo aveva portato a essere un cittadino del mondo oltre che cagliaritano doc di Capitana. E chiede a Vittorio, con gli altri surfisti che fanno da contorno, con cento paia di occhi curiosi, pronti ad ascoltare: “Mi dai una mano per fare un evento memorabile l’anno prossimo?” – “Sentiamo!”, chiede con malcelata curiosità questi. “Vorrei organizzare un evento qui in Sardegna, a Cagliari e dintorni, far venire i pionieri e tutti coloro che sono stati gli artefici della nascita e dello sviluppo del windsurf …
Vorrei festeggiare il cinquantenario del windsurf, a modo mio. Tu sei fra i pochi che ha conservato le cose di quei tempi, mi dai una mano?”. Il sì arriva subito, dalle spalle, ed è proprio dalla ragazza bionda Claudia, confermano gli occhi dei surfisti che si erano girati. Poco lontana, il tanto per sentire quel che si dicevano, ci pensa lei con l’entusiastica affermativa risposta. Con i suoi occhi rivolti a quella fila di prue che spuntavano laggiù oltre la cinta della casa, propose ai due curiosi, con le birre sarde nelle mani, di farne di quella fila una passerella assieme alle vele triangolari da colori pittoreschi, dando nascita al primo e vero proprio museo di windsurf. Sui visi dei surfisti esplodono di sorrisi, versano subito la birra nel bicchiere per la ragazza e invitano il barista a versare negli altri bicchieri di tutti i presenti in quel chiosco di canne, concludendo così quella calda ed estiva giornata, ormai d’arancio per il tramonto. Con un brindisi in coro tutti insieme , quel sogno prometteva di diventare presto realtà! Così, quello che fino allora era la raccolta di surf altrimenti destinati al macero, finì per avere uno scopo preciso, e cioè la catalogazione e il riordino non solo di tavole e vele, ma anche di materiali didattici e d’interesse giornalistico e sportivo dell’epoca.
Senza entrare nei lunghi e dettagliati propositi espressi il giorno, l’evento prese nome di ‘50th Years Windsurfer Party’ e diremmo qui che il compito di Solanasurf, sarebbe stato quello di recuperare il maggior numero di Windsurfer da mettere a disposizione degli ospiti vip dell’evento, che sarebbero arrivati da varie parti del mondo. Questo era nei compiti di Pietro, che assicurava che sarebbe riuscito a far arrivare a Cagliari molti pionieri e surfisti di fama mondiale, risalenti alle origini di questo sport.
La data definita per questa tre giorni di festeggiamenti è stata posta indicativamente a cavallo della prima meta’ di giugno 2018. Tempo quindi sembrava potesse essercene per fare al meglio le cose, tanto che Vittorio propone di non soffermare l’impegno alla sola ricerca di vecchi Windsurfer, ma anche di organizzare una premiazione ricordo e Claudia aggiunge anche di coinvolgere Solanas, ricalcando ancora una volta il simbolo della capitale di windsurf storico con la solita veleggiata abbinata, stavolta, alla passerella di pezzi importanti storici. Gli balenò in testa già il nome pronto per il museo: Sardinia Windsurfing Museum.
E così, quell’informale riunione può essere considerata il momento dopo il quale le cose per Solanasurf presero una linea decisa verso il recupero e la raccolta di surf d’epoca.
Da subito, si cominciò a contattare vecchi campioni del surf e Cagliari ne aveva parecchi che potevano raccontare o comunque dire la propria. L’infaticabile ragazza non esitò a contattarne ed intervistarne diversi. Mario Mariani, Paola Toschi, Sandro Mamusa, Andrea Sailis, Maurizio Loi, Gigi Barella, Manuela Mascia. Non solo si limitarono a raccontare e dare notizie dell’epoca, ma donarono come poi tanti altri anche ciò che rimaneva dei materiali in loro possesso, ben felici di vederli valorizzati in una mostra museale. Fu quella una fase molto impegnativa, ma anche ricca di colpi di scena e sorprese per i novelli Indiana Jones.
Altri windsurf furono acquistati, tramite internet e il passaparola, sempre a poco prezzo, requisito questo essenziale, e con il passar dei mesi quindi cominciò a delinearsi tutto un insieme di materiali cui occorreva ora dare ordine e logica di catalogazione e informazioni.
Grazie alla ricerca e recupero anche di riviste e vecchie foto o articoli di giornale, Claudia inizia quindi a dar vita a quelle che altrimenti sarebbe apparsa solo un insieme di vecchi anonimi tavoloni. Per quanto riguarda la definizione dei materiali, delineato il programma da seguire il giorno dell’evento da fare a giugno, si decide di allestire in mostra museale statica tutte le tavole, vele e materiale vario in condizioni eccellenti o comunque tutti gli oggetti che hanno rivestito importanza sportiva o storica . Destinate in spiaggia per le veleggiate, i restanti windsurf magari doppi o non i migliori da esporre, ma comunque ancora validi per la navigazione: Mistral Competition, Maui, Windglider , Bic, Maxinmare, Mares, One design, Browning. Cominciarono ad essere catalogati e riordinati in base alla funzione che avrebbero dovuto svolgere, se museale o di utilizzo in mare appunto. Claudia per curiosità verificò, dopo un’attenta e lunga ricerca, che in Europa non c’era nessuna traccia di un museo di windsurf, a parte diverse mostre di windsurf e kitesurf avvenute a Fehmarn tra gli anni 2007 e 2010, nell’estremo nord Germania quasi al confine della Danimarca. Roba organizzata dai fratelli gemelli Manfred e Jürgen Charchulla. Ma non c’era niente di ufficiale, nessuna comunicazione, neanche una foto sugli eventi, nessuna pubblicazione o articolo, in nessuna lingua, che si potesse trovare.
Col sospetto di aver organizzato solo delle mostre per passione, lei trovò i loro contatti e cercò di contattarli per vederci chiaro, ma senza avere nessuna risposta. Dopo mesi, si giunse alla conclusione che erano solo per un periodo, mostre di collezioni più che altro, facendosi confermare ciò da terze persone esperte della materia.
Pareva che proprio in Sardegna si stava per inaugurare il primo museo di windsurf in Europa.
Finalmente la grande data 16 giugno 2018 era alle porte. Cadeva di sabato e tutto era pronto per ‘Let’s celebrate: Sardinia Windsurfing Museum’. La settimana era passata velocemente sistemando nell’ampio spazio del giardino di Vittorio tutte le tavole e relative vele, elaborando un preciso percorso didattico e storico. I totem, di cui era disseminata l’area, lasciarono quindi posto a un vero e proprio museo con tanto di cartelli descrittivi e non c’era tavola, vela o materiale che non avesse da raccontare una storia sportiva o comunque di quei tempi memorabili.
La ragazza non era ancora soddisfatta, vedendo l’esposizione ancora spoglia. Decise di colorare di più il museo con un vero e proprio momento tipico hawaiano. Si fece procurare le collane di fiori da regalare ai visitatori e il nastro rosso da far tagliare al sindaco, chiese la disponibilità delle ballerine stile hawaiano e dell’appropriato strumentario per musiche e danze, chiese la presenza di una coppia con i vestiti tradizionali sardi, contattò assolutamente i media Unione Sarda e Tele Costa Smeralda, e infine arriva anche la preziosissima collaborazione, resa possibile grazie a Francesca Rubiu, dell’associazione turistica locale ‘Solanas 3.0’ che si occupa del sorprendente e fantastico buffet, vera ciliegina sulla torta.
In spiaggia intanto erano allineati e montati circa una ventina di windsurf rappresentativi del periodo e, arrivati a questo punto, non restava che incrociare le dita e sperare che tutto andasse per il meglio.
Autorità civili come il sindaco di Sinnai Matteo Aledda e pure le suore del posto erano state invitate.
Con grande sollievo, la mattina dal mare arriva un puntuale vento che, in breve, rende la baia di Solanas il classico paradiso per surfisti.
Il buon Pietro Porcella non ha dato vane promesse. Arrivano a Solanas personaggi cardine del windsurf internazionale della prima ora.
La mattina è uno sfavillare di vele e di luccicanti scie per tutta la baia, tavole di ogni tipo che rapidamente passano di mano e tutti vogliono provare, come bambini in un negozio di giocattoli, questi surf pieni d’anima che sono stati la loro giovinezza.
Presenti in spiaggia e poi a cavalcare felici fra le onde sono campioni provenienti da varie parti del mondo: Hawaii, America, Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Sud Africa, Giappone.
Alle tre del pomeriggio , finalmente il momento tanto atteso.
Tutti davanti all’ingresso del museo. Ci sono tantissime presenze:
Andrea Livingston-Barbara, Rhonda Smith-Sanchez, Kimberly Yap, Zane Kekoa Schweitzer, Shawneen Schweitzer, 三木英樹 (Miki Hideki), Mike Waltze, Monty Spindler, Cort Larned, Robert Nagy, Lisa Neuburger, Bruce Wylie, Tomas Person, Panx Pi-Su, Tim Aagesen, Kirsten Schroeder, Jamie Elizabeth Adele Porcella. Quelli italiani sono: Cesare Cantagalli, Vincenzo Baglione, Maurizio Loi, Andrea Sailis, Enrico Sailis, Paola Toschi, Manuela Mascia Maran, Edoardo Thermes, Maurizio Bufalini, Francisco Porcella, Niccolò Porcella, Anastasia Kuzmina, Mario Mariani, Alessandro Mamusa, Antonello Ciabatti, e altri vari amici, parenti e familiari.
A tagliare il nastro per l’inaugurazione del museo è stata la figlia dell’inventore del windsurf, Shawneen Schweitzer, assolutamente diventato simbolico importante per il museo. Grazie anche al caro sindaco di Sinnai Matteo Aledda che ha tenuto il discorso d’inizio festeggiamenti, seguito poi da interviste, riprese, musica, balli, rinfresco e birra a fiumi… solo i cellulari a fotografare ci ricordano che non siamo negli anni settanta, ma per il resto ci siamo in pieno…!
E così, Sardinia Windsurfing Museum è ufficialmente nato!
La storia completa su www.windsurfing-museum.com/2021/02/08/inaugurations-day/
source: Claudia Pizzicanella (c) Sardinia Windsurfing Museum