E.P., responsabile di RIWmag, ritorna sulla sconvolgente notizia della scomparsa di Kiki Guindani (www.riwmag.com/riwmag-e-il-windsurf-italiano-piangono-kiki-guindani/):
“mi scuso con tutto il pubblico se torno a parlare in prima persona a pochi giorni di distanza, ma l’eccezionalita’ della situazione lo richiede.
E’ da ore che mi chiedo cosa fare e quando farlo …
da un lato il lutto a causa della scomparsa di una persona cosi’ importante per tutto il movimento windsurfistico italiano e cosi’ vicina alla nostra redazione,
dall’altro “lo spettacolo che deve andare avanti” …
Dove sta in questo caso il giusto equilibrio tra sentimenti, sensibilita’ e doveri professionali?
Kiki avrebbe di sicuro saputo rispondere trovando il giusto compromesso … anzi, avrebbe saputo fare di piu’ … con la sua voce accogliente e rassicurante e con la sua pazienza materna avrebbe saputo farci trovare la risposta giusta, senza imposizioni, semplicemente ascoltando e condividendo i suoi punti di vista.
In un “pollaio con tanti galli” come il mondo del windsurf era proprio questa una delle grandi caratteristiche di Kiki: saper essere giusta e sopra le parti, rispettata e fuori da ogni conflitto di interesse.
In questi ultimi giorni ho cercato di leggere tutte le testimonianze condivise sul web dalle persone che l’hanno conosciuta, ho scambiato messaggi e telefonate con molti personaggi famosi ai tempi di Windsurf Italia e sono andato a rileggere e a sfogliare alcuni numeri tra il 97 e il 98, quando scrissi i miei primi articoli sulla carta stampata.
In quegli anni lavoravo d’estate come istruttore di windsurf per l’NST di Bordighera che era gestito da Paolo Ghione.
Paolo era un forte atleta slalom nel circuito italiano, caddy di Micah Buzianis (allora tra i piu’ forti in Coppa del Mondo), poi divento’ allenatore federale fino ad accompagnare negli anni successivi Alessandra Sensini per ben due campagne olimpiche. In quel periodo la Liguria non aveva un corrispondente windsurfistico regionale ed io mi offrii volontario. Cosi’ presi il treno e, grazie alle referenze di Paolo, andai a Milano presso gli uffici di Windsurf Italia, dove conobbi Kiki.
Era l’inizio dell’utilizzazione delle mail, altrimenti si usavano ancora i fax e i floppy disk. Le foto si scattavano con i rullini da diapositiva, non c’erano le sofisticate previsioni meteorologiche che sono disponibili oggi in tempo reale.
I cellulari c’erano gia’ ma erano ancora un lusso, e quindi per prendere vento avevamo tutti una rubrica di carta dove erano annotati dei numeri telefonici di riferimento sugli spot che chiamavo dalle cabine telefoniche prima di partire.
Il windsurf era piu’ condivisione e meno frenesia. C’erano i campioni, poi c’erano alcuni personaggi chiave, e poi c’erano tutti gli altri. Le notizie si leggevano sulle riviste specializzate oppure viaggiavano come un tam tam lungo le spiagge. I materiali erano in piena evoluzione e non sempre il loro sviluppo corrispondeva ad un valore aggiunto che durasse nel tempo, ma facevano comunque folklore. I video di windsurf erano in video cassetta e ci si trovava tutti insieme per guardarli fino ad impararli a memoria.
Fa veramente effetto oggi rileggere quelle pagine e quelle riviste e riassaporare quelle sensazioni di liberta’ e spensieratezza, quell’energia irrefrenabilmente ottimista, ma soprattutto ricordare che di quel movimento Kiki Guindani era riconosciuta essere come uno dei punti chiave. Nonostante tutta questa responsabilita’ e notorieta’ Kiki e’ sempre rimasta una persona semplice e amabile, sempre disposta ad aiutare chi era in difficolta’ e sempre capace di promuovere lo sport mettendone in risalto sulle sue pagine tutti gli aspetti chiave.
In questi giorni mi e’ stato chiesto com’e’ stato possibile che Kiki, dopo aver deciso di uscire dal settore, avesse deciso di regalare la sua collezione personale di riviste che rappresentava 26 anni del suo lavoro.
Ufficialmente mi disse che aveva bisogno di spazio in casa … oggi col senno del poi mi piacerebbe chiederle se oltre a quel motivo non avesse avvertito che quel mondo di cui lei era stata spettatrice, attrice e allo stesso tempo culla, ormai stava accelerando troppo e avrebbe reso piu’ difficili i rapporti umani, non quelli virtuali ma quelli veri, reali, quelli in cui lei era naturalmente cosi’ spontanea ad eccellere.
Ho sempre considerato un privilegio poter imparare da lei, potermi confrontare con lei, ma proprio per rispetto di tale valore ho sempre cercato di attingere a questo privilegio con il contagocce, convinto (stupidamente) di poterlo avere a disposizione ancora a lungo … mentre oggi mi rendo conto di colpo di quante cose vorrei ancora chiederle … con il senso del dovere che mi sprona a portare avanti lo spettacolo nonostante i sentimenti vorrebbero continuare a cullarsi in un mondo che ormai non c’e’ piu’ o perlomeno e’ irreversibilmente cambiato …”
PS1:
La messa di sabato 27 novembre alla chiesa di Santa Maria Goretti in via Melchiorre Gioia 193 a Milano non sara’ alle 18:00 ma e’ stata spostata alle 17:30
PS2:
Se qualcuno ha foto con lei o di lei la famiglia vorrebbe gentilmente riceverle. Inviatele pure a [email protected] e noi le gireremo al figlio Giacomo. Grazie mille.
PS3:
Kiki e’ mancata a causa di un improvviso malore con arresto cardiaco. Ci scusiamo con tutti se la prima descrizione fornita aveva lasciato spazio a possibili equivoci.
text: www.RIWmag.com
photo: courtesy Kiki Guindani